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di Nicola Bossi Bisogna essere molto garantisti. Bisogna sperare che non sia andanta come sta indagando la magistratura a Terni. Anche perchè come si potrebbero bruciare dei riufiuti radioattivi che possono provocare morte a pochi chilomentri dalle abitazioni che conducono verso la seconda provincia dell'Umbria. Certo fa paura questo atteggiamento della magistratura che va dritto come un panzer quasi come un segugio che ha scoperto una bella lepre. La magistratura sa quello che sta facendo. La politica no. Il gotha perugino della politica nel momento meno propizio per la storia dell'inceneritore in Umbria, non apre una riflessione sulla cattiva gestione e sui rischi ambientali. No, chiede di accellerare i tempi per realizzarne uno a Perugia. Lo ha chiesto la Bruscolotti, lo ha chiesto il capogruppo del Pd in reggione, Giuseppe Rossi, lo ha chiesto l'amministrazione comunale di Perugia. Insomma si rilancia, senza neanche pensare. Ed anche il centrodestra tira fuori la sua vera anima, quella consociativa che non gli ha permesso mai in Umbria di atticchire veramente e di essere creduto come una forza alternativa al potere vigente. Potrebbe distruggere l'amministrazione comunale di Terni e la politica regionale sui rifiuti della Lorenzetti. Invece preferisce dargli una mano: dicendo sì, prima ancora del Pd, al termovalorizzatore. Atteggiamento consociativo. Inizia di fatto il periodo più duro per l'Umbria: forse nascerà una nuova maggioranza, forse la questione ambientale sarà seppellita, forse la gente capirà e ribalterà tutto da un momento all'altro. Comunque, sia a questo punto non si torna più indietro. Condividi