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PERUGIA - Anche la moda puo' essere bio; ridurre l'impatto ambientale e restituire diritti ai produttori dei Paesi in via di sviluppo, senza rinunciare alla qualita' e alla bellezza, e' possibile. E' quanto sostiene Cna Federmoda Umbria che punta sul bio made in Italy, ossia sulle fibre naturali tessili e su nuove forme di comunicazione. ''Sono sempre piu' numerose imprese umbre che scelgono la strada del tessile biologico. Le motivazioni - ha detto Mirco Tomassini responsabile della confederazione regionale - sono molteplici; il tessile biologico non solo consente di diversificare con successo la propria produzione, ma e' una fonte di business per valorizzare tutta la filiera (dal territorio/produttori al mercato/consumatori), coniugando cosi' profitto e ambiente e salute.La tracciabilita' del prodotto, la sua certificazione o bollino blu (doc per la Moda) del bio-tessile si armonizza con le battaglie che sta facendo la Federazione sul full made in Italy e sulla etichettatura obbligatoria in Europa''. Per Tomassini, un green made in Italy consente inoltre di ''combattere la delocalizzazione selvaggia che disperde la tracciabilita' del prodotto, aumentando la contraffazione e la tossicita' di molti prodotti (l'80% provengono dai Paesi extra-UE). Il tessile naturale - ha concluso Tomassini - rappresenta una nuova frontiera della conoscenza che serve anche a rafforzare i concetti di commercio equo e solidale tra i diversi produttori''. La scelta di puntare sul biologico e sul naturale e' data, per Cna Federmoda, dalla proclamazione da parte dell'Onu, del 2009 come anno delle fibre naturali e dalla constatazione, che il mondo della moda sta rivolgendo in modo crescente la propria attenzione alle ''fibre ed alle produzioni pulite''. La moda ecologica si rivolge infatti a quella produzione di abbigliamento biologico, ossia abiti prodotti in fabbriche che non fanno uso di prodotti chimici, fertilizzanti o pesticidi. Un mercato da 2.600 milioni di dollari, con oltre 200 imprese tessili coinvolte e oltre 800 ''retailers'' secondo l'Istituto per la certificazione etica e ambientale. Condividi