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ROMA - Calano nel 2008 le esportazioni dalle regioni del Nord-est. Lo rileva l'Istat nell'indagine sulle esportazioni delle regioni italiane. Nel complesso il valore delle esportazioni italiane ha registrato un leggero incremento (+0,3%) rispetto all'anno precedente, dovuto ad un netto incremento dei flussi diretti verso i paesi extra Ue (+6,5%) e ad una flessione (-3,7%) di quelli diretti verso i paesi appartenenti all'Unione europea. Da un punto di vista territoriale, la dinamica delle esportazioni ha registrato andamenti fortemente differenziati, con una crescita rilevante di quelle originate dalla ripartizione insulare (+8,7%), un incremento piu' limitato per le vendite all'estero dell'area nord-occidentale (+1,7%) e di quella meridionale (-0,6%), e diminuzioni per l'Italia nord-orientale (-0,5%) e soprattutto per l'Italia centrale (-4,1%). La dinamica congiunturale, valutata sulla base dei dati trimestrali depurati della componente stagionale, evidenzia però, nel quarto trimestre 2008 rispetto al trimestre precedente, variazioni negative delle esportazioni in tutte le ripartizioni, particolarmente rilevanti per l'Italia meridionale e insulare (-20,8%), l'Italia nord-occidentale (-7,5%) e centrale (-7%), mentre le regioni nord-orientali segnano una flessione piu' contenuta (-4,3%). Tra le regioni che maggiormente contribuiscono ai flussi commerciali con l'estero, nel 2008 i piu' elevati incrementi delle esportazioni rispetto all'anno precedente hanno interessato Sardegna (+22,4%), Liguria (+9,4%), Lazio (+7,7%), Friuli-Venezia Giulia (+5,9%), Abruzzo (+4,9%) e Emilia-Romagna (+2,4%); le flessioni piu' rilevanti si sono, invece, registrate per Marche (-14,5%), Umbria (-6,3%), Toscana (-4,9%), Veneto (-4,6%) e Campania (-1,8%). In virtù di questa sua performance negativa scende anche la quota umbra sul totale delle esportazioni delle regioni italiane: era dell'1%, ora è dello 0,9%. Condividi