Racz.jpg
ROMA - Pochi giorni fa l'esame del dna ha scagionato i due rom accusati dello stupro di una ragazzina 14enne nel parco romano della Caffarella. Le tracce di materia analizzate non appartenevano ai due rom arrestati e accusati di quella violenza, ma entrambi sono stati comunque trattenuti in carcere per altre ragioni: particolarmente pesanti quelle a carico di Karol Racz, ritenuto dagli investigatori colpevole di un'altra aggressione del genere ai danni, questa volta, di una donna avvenuta a Primavalle, dato che, come ci veniva assicuratosi, sarebbe stata la stessa vittima a riconoscerlo in una foto. Ieri, però, il secondo colpo di scena, probabilmente quello definitivo per mandare all'aria tutte le ipotesi accusatorie: anche in questo caso l'esame del dna effettuato sulle tracce biologiche avrebbe dato esito negativo, nel senso che anche queste non apparterrebbero all'accusato nei confronti del quale, del resto, la stessa donna violentata aveva in seguito espresso qualche dubbio dichiarandosi non più cerca che l'aggressore fosse proprio lui. Invece il dna esaminato non apparterrebbe a lui, bensì ad un altro uomo già individuato con il quale la stessa donna aveva avuto un rapporto consenziente la mattina dello stesso giorno dello stupro. Se così fosse non ci sarebbe nessuna ragione per trattenere l'arrestato un attimo in più in galera e lo stesso avrebbe ottimi motivi per chiedere un cospicuo risarcimento per i giorni trascorso in reclusione e per il danno di immagine che avrebbe ricevuto da tutto il bailamme che gli si è scatenato intorno. Ma chissà che ora non trovino altre ragioni per continuare ad accusarlo? E' la brillante operazione di polizia che aveva portato all'individuazione rapida, e senza far ricorso a intercettazioni telefoniche, dei colpevoli dello stupro della Caffarella, come era stato abbondantemente esaltato dai mass media? Se le coste stessero come le abbiamo raccontate e come, del resto, sono state riportate dalle principali agenzie di stampa, ci troveremmo davanti ad una ennesime bufala, uguale alle tante altre che ci sono state raccontate anche per continuare ad ingigantire un senso profondo di insicurezza ed alimentare tensioni politicamente utili, da scaricare poi sugli immigrati, sui diversi, preferibilmente sui rom. Condividi