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PERUGIA - L'Umbria in primo piano nella collaborazione con la NASA. Il 16 settembre del prossimo anno sullo shuttle Endeavour, nella missione denominata STS-134, ci sara' l'AMS (Alpha Magnetic Spectrometer), il cacciatore di antimateria dalle dimensioni di 4 x 4 x 4 metri cubi ed il peso di 7,5 tonnellate, realizzato dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), alla cui costruzione, protrattasi per 15 anni, ha contribuito anche l'ateneo di Perugia. Il progetto e' stato presentato stamani, in una conferenza stampa presieduta dal Rettore Francesco Bistoni. E' stato ribadito che la missione dell'AMS, diretto alla Stazione Spaziale Internazionale dalla quale iniziera' a catalogare con precisione mai raggiunta prima le componenti dei raggi cosmici di alta energia, e' una decisione attesa da tempo dalla comunita' scientifica italiana ed internazionale. Lo strumento spaziale era stato infatti escluso dalla NASA a causa della riduzione nel numero dei voli Shuttle dopo l'incidente del Columbia nel 2005. "E' stata una lunga attesa ma ora finalmente vediamo questo complesso ed innovativo strumento ufficialmente nel manifesto di lancio dello Shuttle - ha detto in conferenza stampa Bruna Bertucci, docente del dipartimento di Fisica e Sezione INFN di Perugia, coordinatrice del gruppo locale di ricercatori - come docente vorrei anche sottolineare l'importanza formativa che questo progetto ha rivestito nel corso degli anni. Laureandi, dottorandi e giovani ricercatori hanno potuto sviluppare le loro potenzialita' in una realta' di respiro internazionale, contribuendo con il loro entusiasmo alla riuscita del progetto". Nei laboratori dell'ateneo perugino e' stato realizzato il rivelatore tracciante composto di 2300 piastrine di silicio purissimo, in grado di visualizzare il passaggio dei raggi cosmici con una precisione di pochi milionesimi di metro. Anche l'elettronica qualificata per resistere alle condizioni estreme dello spazio e' stata sviluppata a Perugia, mediante centinaia di schede realizzate a Taiwan e sottoposte a qualifica nel polo universitario a Terni nel corso degli ultimi 3 anni. Altro strumento di alta tecnologia e' il sistema di raffreddamento basato su anidride carbonica operante a circa 60 atmosfere di pressione, che verra' sottoposto a qualifica spaziale presso il SERMS ad aprile prossimo prossimo. L'AMS, e' stato detto, e' uno strumento spaziale del valore di 1 mld di euro realizzato in gran parte in Europa, hanno partecipato 65 istituzioni di 14 nazioni con circa 500 fisici, il contributo italiano e' stato pari al 25 per cento dell'impegno finanziario complessivo. "Nonostante i recenti, straordinari progressi scientifici - ha detto Roberto Battiston, responsabile italiano dell'esperimento AMS - lo studio delle particelle elementari e delle forze fondamentali ci pone domande a cui non sappiamo dare risposta, che fine ha fatto l'antimateria, che cosa sono la materia oscura e l'energia oscura - aggiungendo - raramente nella storia della scienza siamo stati cosi' coscienti della nostra ignoranza. Da 15 anni la comunita' scientifica italiana e' al lavoro per costruire AMS, un esperimento pensato per affrontare queste questioni, definito lo Hubble Space Telescope delle particelle elementari. E' quindi grandissima la soddisfazione dei ricercatori italiani per la decisione della NASA di un volo dello Shuttle dedicato ad AMS nel 2010". Il cacciatore di antimateria si trova ora a Ginevra al CERN, dove si svolgono le fasi finali di integrazione; di particolare interesse il grande magnete superconduttore raffreddato con elio superfluido, il primo realizzato per una applicazione spaziale, disegnato per funzionare per almeno 3 anni nello spazio. Condividi