E sono in tanti oramai, troppi, a considerare l'incenerimento - che anche con il dovuto recupero di energia sempre incenerimento resta - l'unica soluzione al problema rifiuti. Fatte le dovute eccezioni per la Campania - dove, probabilmente, 2 inceneritori servono ma, probabilmente, non serve il terzo - nel resto d'Italia, in Umbria in particolare, serve soprattutto e prima di tutto una seria politica per la raccolta differenziata e per il riciclaggio. Serve la raccolta porta a porta, servono nuovi mezzi tecnici e nuovo personale, serve la raccolta spinta dell'umido , gli avanzi delle nostre tavole che sono buona parte del contenuto delle nostre pattumiere e servono i compostiere per i nostri orti e giardini, ma soprattutto gli impianti per il compostaggio industriale e vanno progettate e messe in conto campagne di informazione e coinvolgimento per ricercare il consenso e la collaborazione dei cittadini. Serve che nel prossimo piano regionale sia indicato chiaramente l'obiettivo di riduzione dei rifiuti - altre regioni, come la Puglia, la Toscana e l'Abruzzo hanno indicato come obiettivo minimo il 10% di riduzione in dieci anni – rendendo sempre meno necessario il ricorso agli impianti di smaltimento. Inoltre Legambiente Umbria chiede a tutti i decisori politici e tecnici di essere chiari, su quali livelli di Raccolta Differenziata si intende raggiungere , ad esempio, da ora al 2012: e non con generiche affermazioni di principio, che non costa niente fare, ma indicando quali modalità e, soprattutto, impegnando quali risorse economiche. Invitiamo le istituzioni regionali ad ispirarsi o anche semplicemente a copiare le buone pratiche del Consorzio PRIULA che non gestisce solo i rifiuti di piccoli comuni ma anche quelli di Parma o di esperienze di città come Novara, che nel giro di poco più di un anno e mezzo ha raggiunto quote di raccolta differenziata del 70%; per inciso Novara è città paragonabile per numero di abitanti, ed altri aspetti sociali, culturali ed economici a Terni - giocano perfino nello stesso campionato di calcio. E a proposito di discariche ed inceneritori Legambiente Umbria non intende, accettare l'odierno dicktat politico e culturale - sempre più diffuso, nato sull'onda della crisi campana, che è innanzitutto crisi di legalità e democrazia e sulla drammatizzazione della vicenda giudiziaria ASM - secondo il quale parlare di smaltimento significa parlare soprattutto, quando non unicamente, di inceneritori e discariche. Non accettiamo questo nuovo conformismo - che fa spesso il paio con un acritico quanto ideologico revival del nucleare - soprattutto non lo vogliamo in Provincia di Terni dove siamo stati per mesi invitati a confrontarci su metodi, tecnologie impianti alternativi all'incenerimento in linea con le indicazioni governative sulle migliori tecnologie di gestione e smaltimento dei rifiuti. E non su nostra proposta, che qualcuno avrebbe potuto supporre utopica o velleitaria, ma su indicazione delle stesse istituzioni, che ad ogni tavolo di partecipazione e concertazione con ASM, Comune, Provincia a più riprese, anche, anzi soprattutto, sulla stampa (talche è facile per tutti verificarlo) si sono dichiarati, di volta in volta, favorevoli a prendere in considerazione ora la pirolisi, ora la dissociazione molecolare, ora il TMB, e tutte le "alternative ecologiche" - parola loro - spesso apparsi sulla stampa e nei comunicati ufficiali con nomi fantasiosi ed inesatti e quindi creando confusione nell'opinione pubblica. A proposito dell'incenerimento vogliamo ricordare che se fino ad ora si è dimostrata una pratica di smaltimento economicamente vantaggiosa è solo perché questi impianti hanno beneficiato di una legge "tutta italiana" che assimilava l'energia prodotta da incenerimento, dal carbone e dagli scarti raffineria, a quella delle fonti rinnovabili e pulite del sole, del vento, ecc. Nel maxiemendamento della Finanziaria 2007 è stato inserito un provvedimento che toglie questi incentivi economici previsti dal cosiddetto CIP6. Grazie a questa importante novità normativa auspicata da Legambiente da diversi anni, ora bruciare i rifiuti sarà meno conveniente. Mentre non giudichiamo gli aspetti giudiziari della vicenda ASM – che lasciamo alla magistratura - giudichiamo inaccettabile, la richiesta del Sindaco Raffaelli di ripristinare tali incentivi in contrasto con le leggi del mercato ed europee. E giudichiamo irresponsabile l'aver definito l'abolizione del CIP 6 da parte del Governo Prodi un provvedimento "sciagurato e ideologico" ed averlo indicato come un provvedimento che fornisce "una agevolazione agli interessi illeciti delle ecomafie". Un'ultima parola a proposito dell'incenerimento: oggi, troppi sembrano aver dimenticato qualsiasi cautela come quel "principio di precauzione" e quel principio comunitario delle 4 R che ancora ci obbliga, in linea con l'Europa, a prendere in considerazione l'incenerimento come ultima ratio solo dopo che si era fatto tutto il possibile per Ridurre i rifiuti alla fonte, Riusare, Raccogliere differenziando e Riciclare quanta più carta, umido e verde, vetro, plastica, alluminio, ecc possibile, e dopo gli opportuni trattamenti per rendere ciò che resta meno pericoloso e più facile da smaltire. Condividi