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di Isabella Rossi Si è fatto festa a Castel del Piano. C’era la banda, il rinfresco, tante personalità cittadine e più di cento persone riunite sul cortile del palazzo che ospita il primo centro antiviolenza in Umbria, da ieri una realtà. Un grande traguardo quello che permette di fornire ospitalità immediata a chi non ha più via di scampo dalla “violenza domestica”. Per raggiungerlo è stato necessario un lavoro di squadra e dal basso, ha sottolineato l’Assessore provinciale Daniela Frullani. Lavoro che la Provincia di Perugia sembra voler capitalizzare dando un suo contributo affinchè l’esistenza del Centro non sia “cosa temporanea, ma abbia davanti a sé una lunga strada”. Anche Maria Pia Serlupini, consiglierà di parità al Comune di Perugia, ha dichiarato che combattere la violenza è un obbiettivo comune, “al di là di ogni posizione personale”. Adelaide Coletti, portavoce di “Donne contro la violenza” considera il centro di accoglienza solo un primo traguardo per la realizzazione di un Centro antiviolenza strutturato che si spera potrà integrarsi nel progetto “Mai più Violenze”, presentato nel 2008 da una Ats, un’associazione temporanea di scopo, con la regione Umbria capofila, in seguito all’avviso emanato dal Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio per il finanziamento di progetti finalizzati a rafforzare azioni di prevenzione e contrasto della violenza di genere, che è stato giudicato tra i tre migliori progetti presentati a livello nazionale e prevede un finanziamento complessivo di 232mila euro, di cui 150mila (quota massima finanziabile) provenienti dal Ministero e la restante parte dalla Regione, dalle Asl, dai Comuni e dalla Provincia di Perugia. Gli onori di casa, al neonato "Centro Barbara Cicioni" li ha fatti Marcella Bravetti, presidentessa del Comitato 8 marzo, capofila del progetto Rav, Rete Anti Violenza, finanziato dal Ces.S.Vol Perugia, attraverso il quale è stato possibile arredare e pagare l'affitto dell'appartamento, visto che appartiene ad un privato. Simonetta Pangallo, mamma di Barbara Cicioni, la giovane donna brutalmente uccisa all’ottavo mese di gravidanza tra le pareti domestiche e alla quale è stato intitolato il centro, ha dichiarato che la violenza sulle donne non è un “problema privato” ma un fenomeno sociale ed “e’ grave che non sia lo Stato a farsene carico. In tutti gli ambiti le donne pagano il fatto di essere donne” ha denunciato la signora Pangallo, “ma è importante non far sentire sole le donne, perché nessuna debba vedere nel viso dei propri figli il dolore e la sofferenza”. Anche Marina Toschi, Consigliera di Parità per l’Umbria, che ha dato il suo appoggio e il suo contributo alla realizzazione del Centro, e Annina Botta, Presidente del Consiglio Provinciale, hanno mostrato una visibile soddisfazione per l’opera realizzata. Ora il grazioso appartamento, con una capienza di 6 posti massimi, è pronto ad accogliere tutte coloro che ne avranno necessità. Condividi