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STRASBURGO - “Stupisce che si sia creato tanto clamore per il solo fatto che io sia andata a compiere il mio dovere. A Strasburgo - sottolinea il sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini - sono stata nominata dal ministero degli esteri nella delegazione italiana al Congresso delle Regioni e dei Poteri locali del Consiglio d’Europa, che è formata da 18 rappresentanti di regioni, province e comuni. Quando, come vicepresidente della Commissione per lo sviluppo sostenibile, sono stata invitata a relazionare sulla gestione dei rifiuti non mi sono sottratta, essendo abituata a svolgere seriamente i doveri che derivano dagli incarichi che mi sono assegnati e non considerando l’incarico a Strasburgo una piacevole vacanza a spese del Consiglio d’Europa”. “Evidentemente, a qualcuno non fa piacere che il sindaco di Città di Castello parli in un consesso internazionale che raccoglie 318 rappresentanti di 47 paesi dell’Europa occidentale ed orientale. Si dà il caso che in quella sede, né il sindaco di Città di Castello né nessun altro, interviene per parlare di sé e dei propri meriti ma, molto più seriamente, per mettere a disposizione ed a confronto con gli altri le problematiche affrontate e le esperienze maturate”. “In Commissione - afferma la Cecchini - ho relazionato sulla gestione dei rifiuti con l’accuratezza ed il rigore che l’argomento richiedeva. Sono poi intervenuta nel corso dell’assemblea plenaria quando si è parlato dei riflessi locali della crisi finanziaria globale e delle nuove problematiche che si pongono nelle città per la sempre maggiore presenza multiculturale. Intervenendo ho colto con orgoglio il fatto che in quel momento Città di Castello era al centro di una rete di relazioni internazionali particolarmente ricca e significativa”. “Relazionando sui rifiuti, ho riferito cosa si è fatto e si va facendo a Città di Castello ed in Umbria, insistendo sui traguardi raggiunti e sulle difficoltà di percorso, sullo stretto legame tra gli obiettivi comunitari, le normative nazionali e le modalità di azione che si decidono a livello locale ed il cui successo è determinato dal livello di partecipazione e collaborazione delle cittadine e dei cittadini”. “Ho anche parlato di discariche, di raccolta differenziata e di quello che manca per chiudere il ciclo dei rifiuti nella regione. Ho parlato delle luci e delle ombre, delle cose risolte e di quelle da risolvere, consapevole del fatto che Città di Castello e l’Umbria non sono le prime ma nemmeno le ultime né in Italia né in Europa e che neanche i nodi ancora irrisolti ci vedono fermi ad attendere con le mani in mano, come dimostrano l’anticipazione dei termini per il conferimento in discarica del ‘tal quale’, l’investimento di risorse importanti fatto a Città di Castello per la raccolta differenziata con risultati più che incoraggianti, il dibattito avanzato sulle tematiche ambientali stimolato dalla presenza ventennale della Fiera delle Utopie Concrete”. “Anziché mettere tutto in uno stesso calderone per porsi in evidenza sui giornali, sarebbe forse il caso di distinguere i due piani: quello generale, europeo, dove si va per conoscere, per confrontarsi e per preparare il terreno a risoluzioni ed azioni condivise che interessano un’area continentale di oltre 200 milioni di persone (sulle discussioni di primavera vengono elaborati e predisposti documenti per le votazioni della sessione plenaria autunnale del Congresso) e quello locale dove ci si confronta sul concreto agire amministrativo del Comune di Città di Castello e della Regione Umbria”. “Ho piena consapevolezza del fatto che - conclude la Cecchini - è ancora del tutto aperta la grande partita di come in Umbria si chiude il ciclo dei rifiuti, che le scelte regionali non devono penalizzare Città di Castello e l’alta valle del Tevere, che l’Ati (Ambito Territoriale Integrato) dell’Alta Umbria, che si insedierà il 1 aprile, dovrà redigere entro sei mesi il piano d’ambito dei rifiuti dando le risposte necessarie alle legittime aspirazioni di autonomia gestionale di questo settore. Su ognuno di questi ed altri temi, c’è un confronto aperto con la Regione Umbria e non mancherà occasione per far sì che chi ha idee concrete in merito le possa proporre, senza scomodare indebitamente l’Europa”. Condividi