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ROMA - Colpo di acceleratore allo stop della stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione: secondo quanto si apprende, il Governo vorrebbe stringere e inserire la misura in un decreto legge, dando cosi' certezza sui tempi. In pratica, dal primo luglio, per i precari del pubblico impiego sara' piu' difficile ottenere un posto fisso. La norma gia' ribattezzata nei mesi scorsi "anti-precari", era contenuta nel collegato alla Finanziaria scorsa, e il provvedimento e' ancora alla seconda lettura da parte del Senato. Ma ora verra' riproposta al Consiglio dei Ministri in un decreto. Nel dettaglio, la bozza del decreto legge allo studio del governo, prevede che dal primo luglio 2009 siano abrogate alcune norme contenute nelle finanziarie 2007 e 2008 sulle stabilizzazioni e sulla cosiddetta sanatoria (assunzione a tempo indeterminato di personale gia' assunto o utilizzato attraverso tipologie contrattuali a tempo determinato). Le pubbliche amministrazioni potranno bandire, nel rispetto della programmazione del fabbisogno di personale previsto per il triennio 2009-2011, concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato con una riserva di posti non superiore al tetto del 40% dei posti messi a concorso per il personale non dirigenziale con contratto a termine da almeno tre anni, anche non continuativi. La misura, se applicata, comporterebbe dal primo luglio il blocco di 300 mila precari che si vanno ad aggiungere ai 120 mila bloccati dal decreto di luglio. Il decreto legge contiene inoltre una nuova stretta sulla malattia, l'invio telematico all'Inps dei certificati direttamente dal medico o da strutture sanitarie che li rilasciano, e una marcia indietro su una norma inserita nel ddl 'anti-fannulloni' del ministro Brunetta appena approvato, con il ritorno ai 40 anni di contribuzione maturata e non piu' effettiva per i pensionamenti d'ufficio. Una modifica che consentirebbe quindi di ripristinare la possibilita' di calcolare nella contribuzione anche gli eventuali riscatti della laurea e del servizio militare che erano stati invece esclusi con un emendamento del Pd alla riforma Brunetta, passato alla Camera, che aveva l'obiettivo di evitare l'uscita dei medici su decisione dell'amministrazione anche sotto i 60 anni d'eta' per effetto dei riscatti contributivi. Tra le novita' che il dl introdurrebbe c'e' poi la possibilita' per la pubblica amministrazione di interrompere il rapporto di lavoro e il contratto individuale anche dei dirigenti con 40 anni di contribuzione. Nonche' la possibilita' di monetizzare il preavviso di sei mesi che dovrebbe precedere il pensionamento d'ufficio, corrispondendo appunto un'indennita' sostitutiva. Condividi