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PERUGIA - Malacorte lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria, vincitore di Nuove Creatività il Progetto sostenuto dall’Ente Teatrale Italiano, dopo il debutto di novembre a Foligno va in scena al teatro Clitunno di Trevi domani, domenica 1 marzo, alle 21. La compagnia formata da Michele Bandini ed Emiliano Pergolari, questa volta in scena anche con Claudio Bilotta, fin dall’inizio ha sperimentato nei propri lavori l’uso del dialetto folignate che, grazie alle sonorità arcaiche, feroci, ma anche liriche e comiche, rimane anche in questa occasione uno degli elementi caratterizzanti. I due artisti hanno lavorato sulle potenzialità di un linguaggio immediato, diretto, giocato tra ferocia e comicità, lirismo e visionarietà, che, insieme a elementi sonori e musicali, potesse diventare una voce profonda della scena. Il folignate, a differenza dei lavori precedenti, è divenuto un’ombra, l’ombra di ciò che si cela dietro la pantomima, dietro al grottesco gioco al massacro fatto di screzi, insulti, provocazioni e in quanto dialetto e come degenerazione dell’italiano e del linguaggio, è divenuto così lingua della caduta, dell’abbrutimento grottesco, lato nascosto di una natura terribile. Il testo, come ogni lavoro di scrittura o ri-scrittura, è nato con lo spettacolo, seguendo quindi tutte le peripezie e ripensamenti tipici di un lavoro creativo vivo e in movimento. Alcuni passaggi testuali erano in origine semplici appunti d’improvvisazione o di lavoro pensati, in realtà, per altre situazioni sceniche. Dopo una lunga gestazione Bandini e Pergolari hanno trovato il punto di partenza dal quale iniziare a lavorare: un regno in malora, una corte allo sfascio e tre figure, tre ombre: un re, un ministro e un cuoco. Il Re blasfemo che si sostituisce a Dio, il potente che si proclama più forte di Dio, Re-Dio di se stesso, libero dal mondo e dagli uomini, in un tempo di devozione e bestemmia; il Ministro tormentato da se stesso, in un’affannata corsa al travestimento, il gioco come memoria nostalgica, un passatempo reiterato, giocato tra vestiti fastosi e consunti di un glorioso passato; il Cuoco assorto nei propri pastrocchi, intento a cucinare senza sosta quel tanto che rimane da mangiare, ovvero niente. Giocando sulle meschinità di una corte annoiata, hanno proiettato il contesto del regno nell’universo desolato dell’assurdo, in un non-luogo, fuori da un tempo e da uno spazio definiti, impiegando il comico nelle sue tonalità più cupe e grottesche. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222 Condividi