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C’è molta confusione sotto il cielo e nonostante nella nostra Regione il centro-sinistra goda di equilibri politici sulla carta molto più solidi di quelli nazionali, è del tutto evidente come l’impatto destabilizzante dello tsunami Pd si avverta in non poche amministrazioni locali. Credo che in una situazione simile, soprattutto dopo l’accelerazione impressa alla crisi sociale dall’attuale crisi di governo, si imponga alla Sinistra arcobaleno un compito di grande responsabilità, proprio a partire dagli stessi territori in cui ambisce a proporsi come forza “radicale e radicata”. La costruzione di un soggetto in grado di proporre una narrazione egemone nel senso comune, la misura della capacità che questo deve esercitare nella proposta politica a partire anche dalle questioni più quotidiane, la pratica sociale delle forme nuove e tradizionali della politica a sinistra, sono tutti elementi che non possono essere sacrificati ad attendismi o tatticismi di sorta. Non possiamo, io penso, detta brutalmente, pendere dalle labbra del Partito Democratico; penso che sia giunto il momento di gettare il cuore oltre l’ostacolo, di prendere di petto le difficoltà che attraversano i nostri partititi e di cominciare a presentarci da subito ai cittadini e fra i cittadini costruendo percorsi programmatici quanto più possibile dettagliati ed articolati, costruiti non con, ma “a partire da” la partecipazione di soggetti singoli ed organizzati. Non dimentichiamo che nel 2009 si vota in quasi tutte le amministrazioni locali e sarebbe una prospettiva assai misera quella di ridurre il percorso della Sinistra ad una lista elettorale dell’ultimo minuto. Poi, se e quando ce ne saranno le condizioni sarà possibile operare una sintesi anche dentro le alleanze politiche; perché se il governo rimane non un fine ma un mezzo, sarebbe estremamente semplicistico ridurre la costruzione di una autonomia politica e culturale sull’estraneità ai governi. Dobbiamo essere in grado di raccogliere innanzitutto una sfida di cultura politica, rompere cioè la dimensione dominante, in cui il Pd è completamente immerso, dello schiacciamento sostanziale del governo sul potere, dell’esercizio del potere sulla pratica di governo; da una parte ricomponendo l’articolazione complessa che compone ogni tessuto democratico recuperando gli spazi di partecipazione ridotti dallo slittamento semantico che ha imposto la logica del decisionismo sui contenuti del confronto, dall’altra reintroducendo massicciamente nelle pieghe più profonde del sociale pratiche di solidali di forte impatto, per tradurre, dove sarà possibile, dal governo, la critica in depotenziamento del potere. Condividi