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PERUGIA - Enzo Moscato propone giovedì 26 febbraio, alle 21, al teatro Concordia di Marsciano, la sua nuova creazione Le doglianze degli attori a maschera, fantasiosa riscrittura scenica di uno dei testi di Carlo Goldoni, Il Molière del 1751, interpretato da Tata Barbalato, Valentina Capone, Salvatore Chinatone, Cristina Donadio, Lalla Esposito, Gino Grossi, Carlo Guitto, Enzo Moscato, Salvio Moscato, Mario Santella, e con Francesco e Gianky Moscato, Giuseppe Affinito jr. Il lavoro di Moscato, mette a fuoco, dell’antico copione originale, l’ironica ma non superficiale intuizione psicologica dei personaggi, la grottesca tematica della passione nutrita dal già maturo Molière per la giovane figlia della sua ‘storica’ amante, la Bejart, la dimensione drammaturgica, stupefacentemene ‘aperta’ e antididascalica, quasi modernamente meta-teatrale (un commediografo famoso che indaga la vita intima di un altro celebre autore di teatro, senza malevolenza, ma anche senz’alcun’ambiguità o reticenza o ipocrisia). Tenta di restituirci la trascurata opera del Veneziano in tutta la sua viva e anticonformistica incisività, in tutta la sua leggiadra e maliziosa levità d’atmosfere, fatta di ritmiche battute a rima baciata, che pendono, ‘qual graziosi fronzoli’, da una (invece) ferrea struttura formale ‘a incastro’ e ‘a rimando’, intessuta com’è, di allusivi specchi animici, di espliciti doppi ‘autorali’ (non solo Goldoni e Molière, ma anche ‘tracce’ di Petito, Scarpetta, Feydeau, nonché, ovviamente, la neo-drammaturgica vena dello stesso Moscato…), di significanze e accenti linguistici, dei più vari e meticci, pulsanti e musicali, nel cui mutevole fondo balugina, forse, l’autentica intenzione di Goldoni, nello scrivere e dedicare il testo al suo insuperato maestro ‘in pectore’ di Teatro, Jean-Baptiste Poquelin, detto Molière, simbolo, egli medesimo, dell’ essenza, semplice e profonda, del ‘fare’ scena: fatua doglianza e malcelata ‘nostalgia di maschera’ (chi fa Teatro ne ha sempre un protettivo bisogno, forse…), trionfo e impopolarità, libertà e veleno, prigionia e mai vinto desiderio d’ evasione, dagli impicci o contingenze della Vita. Più o meno quello che, ancora oggi, sotto qualunque cielo, un qualsivoglia artista prova e ri-prova sulla propria (e trascurabile) pellaccia. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E’ possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it. Condividi