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TERNI – Il Consiglio provinciale di Terni ha discusso ieri la mozione sulla scuola presentate da Gabriella Caronna (FI-Pdl) e Mario Montegiove (An_Pdl), unificata con l’ordine del giorno di vari Consiglieri di maggioranza (Pd, Prc, Ps e Sd) e con quello di Danilo Buconi (Sin. Unit.). Con 12 voti favorevoli e 4 astenuti è stato approvato il testo di Buconi, con 11 favorevoli, 4 contrari e 1 astenuto invece quello dei gruppi di maggioranza, mentre la mozione di An e FI è stata respinta con 10 contrari, 5 favorevoli e 1 astenuto. L’odg di Buconi era finalizzato a rivedere le risorse per la scuola, a posticipare al 2010 la riorganizzazione scolastica, a ridurre i tagli, a rivedere il maestro unico, a fissare a 28 ore settimanali l’orario minimo, a istituire un tavolo di confronto fra Enti locali e Governo sulla riorganizzazione della scuola e del personale, a formulare proposte per la formazione e per gli stipendi e a predisporre un’adeguata sicurezza degli edifici, coinvolgendo in tutto questo sindacati, studenti e genitori. L’altro testo di maggioranza, respingendo l’approccio aziendalistico del Governo, sollecita la Giunta e il Presidente a proseguire la strada dei distretti formativi, a concertare nella Conferenza provinciale su sviluppo e occupazione le risorse regionali e a coinvolgere le grande aziende del territorio, le associazioni datoriali, sindacali e sociali, oltre alle scuole. Il testo della minoranza chiedeva invece di aprire un dibattito in Consiglio sul dimensionamento scolastico, proponendo al Consiglio stesso di far proprio il documento approvato dalla Prima Commissione consiliare il 13 gennaio scorso, trasmettendolo al Presidente della Provincia e a quello della Regione, oltre che a tutti i Consiglieri regionali. Alle accuse mosse dal centro destra, l'assessore Donatella Massarelli ha replicato affermando che “la proposta di dimensionamento era dovuta per legge, che i tagli alle direzioni sono state molto contenute e che le scuole non sono state toccate, a differenza di quanto si dovrà fare a giugno quando, come fissato dal Governo, si dovranno tagliare le scuole”. Condividi