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A seguito delle voci circolate sulla vendita, o su un possibile affidamento in gestione, della azienda Buitoni di San Sepolcro, il capogruppo di Rifondazione comunista Stefano Vinti, unitamente ai dirigenti locali e provinciali del partito, esprime solidarietà ai 480 dipendenti. Vinti, che apprezza le prime decisioni assunte dai sindacati, annuncia anche l’impegno di Rifondazione in tutte le sedi per evitare che l’economia dell’alto Tevere sia messa in ginocchio. “Rifondazione comunista dell’Umbria esprime forte preoccupazione per la situazione che si sta determinando nella azienda Buitoni di Sansepolcro, una delle più importanti dell'Alto Tevere e del Paese e che conta circa 480 dipendenti e che potrebbe essere affidata in gestione o ceduta”. La dichiarazione è del capogruppo in Consiglio regionale Stefano Vinti che in una nota, sottoscritta anche da Fernando Garagnoli e Enrico Flamini responsabili dello stesso partito a San Giustino e nella provincia di Perugia, esprime “alle lavoratrici, ai lavoratori, alle Rsu e alle centrali sindacali appoggio e solidarietà”. Dopo aver espresso apprezzamento per la scelta di “chiedere subito un coordinamento unitario, comprensivo dei livelli nazionali e locali, della triplice”, la nota prosegue: “ci adopereremo nelle sedi politiche ed istituzionali affinché Nestle’ receda da ogni possibile scelta che metta in ginocchio l’economia di un intero territorio e ci mobiliteremo al fine di salvaguardare un patrimonio industriale, occupazionale e tradizionale quale è lo stabilimento Buitoni di San Sepolcro per il sistema agroalimentare del Paese. Crediamo che il paventato affidamento in gestione dello stabilimento, o peggio la vendita, confermi come il modello di società a cui fanno riferimento le multinazionali resti identico ovunque; l’imperativo è delocalizzare, ristrutturare il ciclo produttivo, esternalizzare i costi, estendere flessibilità e precarietà per fare profitti e dispensare dividendi, trasformando così anche il nostro territorio in una sorta di colonia industriale le cui scelte non sono finalizzate all’utilità sociale, come prevede invece l’articolo 41 della Costituzione”. Condividi