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ROMA - Visto il fallimento, clamoroso, della recente manifestazione convocata dal Pd in difesa della Costituzione (appena un migliaio a Roma ad ascoltare Scalfaro) che fa il paio con l'assemblea nazionale di quel partito, convocata per eleggere il nuovo segretario dopo la rinuncia di Veltroni (1.300 votanti scarsi sugli oltre tremila che avevano diritto di voto), e visto, invece, il risultato odierno della protesta promossa la Micromega che ha gremito Piazza Farnese, possiamo tranquillamente dire che ormai per decretare il successo degli appuntamenti ai quali è chiamato il popolo della sinistra ci dobbiamo augurare che non aderisca a essi il partito che da oggi è affidato a Dario Franceschini. Così, del resto, è anche stato per la grande manifestazione del 13 febbraio scorso, promossa da Fiom e Funzione pubblica Cgil, alla quale il Pd non c'era ufficialmente, bensì c'erano 700mila persone. Alla mobilitazione promossa da Micromega, che nasce sull'onda di un appello firmato da Andrea Camilleri, Furio Colombo, Paolo Flores d'Arcais, Pancho Pardi e Stefano Rodotà, avevano invece aderito Idv, Rifondazione comunista, Sinistra democratica e Partito Radicale ed il momento più intenso si è avuto con il messaggio telefonico di Beppino Englaro, il padre di Eluana, che si è detto convinto che gli italiani non si lasceranno imporre una legge del genere. Per poi aggiungere "se non ci saranno altre strade" si farà un referendum, perché "nessuno può costringere gli altri a vivere senza limiti, è semplicemente anticostituzionale". Una legge, quella voluta al centrodestra, che Englaro aveva definito "una barbarie", e oggi lo ha ribadito: "Si impone una condizione di vita estranea al modo di vivere delle persone, obbligando all'alimentazione l'idratazione forzate: è veramente una barbarie". Un intervento il suo in piena sintonia con lo slogan che capeggiava sul palco: "si al testamento biologico, no alla tortura di Stato", seguito dalla frase: "sì al rispetto della Costituzione, no alla dittatura oscurantista". Ed anche i manifestanti, tutti rigorosamente senza bandiere di partito, come avevano chiesto i promotori dell'iniziativa, che ribadivano: se passerà il Ddl sul testamento biologico così come impostato dal governo e dalla maggioranza si potrebbe giungere ''ad un referendum abrogativo subito dopo''. "Ne va della nostra vita". "La vita appartiene a noi - ha efficacemente sintetizzato il direttore di Micromega Paolo Flores d'Arcais - non al governo nè alla Chiesa. Noi siamo per la libera scelta, c'è chi vorrà che gli le siano staccate le macchine come Welby, e chi no. In ogni caso è mostruoso che decida una maggioranza". Mentre la senatrice radicale Emma Bonino accusava l'ex segretario del Pd Veltroni di non aver preso una posizione precisa sul tema: "Ho chiesto tante volte in pubblico a Veltroni di partecipare a manifestazioni a favore di una legge laica sul testamento biologico, ma non c'è mai stato niente da fare. Oggi non mi sembra che questa pavidità gli abbia dato buoni risultati". Nel corso della manifestazione sono intervenuti fra gli altri anche Don Giovanni Franzoni, Dacia Maraini, Mina Welby e Livia Ravera. Condividi