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"Bisogna andare alle urne. Anche con questa legge elettorale, di cui non ho mai parlato male". Così la sen. Manuela Palermi dei Comunisti Italia durante il dibattito di 'Omnibus', condotto da Luisella Costamagna su LA7. L'esponente della Sinistra ha aggiunto: "Certo, c'è il problema del premio di maggioranza al Senato, perché alla Camera ha funzionato benissimo: basterebbe correggere solo piccole cose e la legge può funzionare». Sui rapporti all'interno della Sinistra-L'Arcobaleno la senatrice ha poi aggiunto: «In quest'ultimo periodo è successa una cosa che ha ferito parecchio l'unità a sinistra, e cioè che Rifondazione e Sinistra Democratica si sono imbarcati in questi accordi trasversali con Casini, mentre il Pd dialoga con Berlusconi, che noi non condividiamo per niente". E dunque "è meglio che prima si faccia chiarezza al nostro interno perché l'unità con differenze così sostanziali è difficile da fare". ************ I referedari insistono I referendari hanno scritto una lettera al Colle per chiedere che l'eventuale scioglimento delle Camere avvenga dopo la consultazione e salvare così il referendum sulla legge elettorale. La lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, pubblicata sul 'Corriere della sera', è firmata da Giovanni Guzzetta, presidente del comitato promotore del referendum, dal coordinatore Mario Segni e dal tesoriere Natale D'Amico, che - considerato il rischio di scioglimento anticipato delle Camere - hanno chiesto a Napolitano di salvare il referendum e indirlo in una delle prime date utili. "In questo momento così difficile - scrivono i referendari - siamo consapevoli dell'alta responsabilità che grava sul capo dello Stato. Ed è dunque con grande rispetto che ci rivolgiamo a Lei per dar voce all'interesse costituzionalmente protetto di quegli 820.916 cittadini che hanno sottoscritto i referendum elettorali giudicati ammissibili dalla Corte Costituzionale". I referendari sottolineano che "il rischio di una crisi di governo e l'eventualità, al momento solo teorica, di uno scioglimento anticipato delle Camere determinerebbero, a meno di due anni dall'inizio della legislatura, la formazione di un nuovo Parlamento proprio mediante quella legge che non solo è criticata dalla stragrande maggioranza delle forze politiche, ma è soprattutto oggetto di un referendum popolare". Guzzetta, D'Amico e Segni inoltre sottolineano nella missiva che in caso di scioglimento anticipato delle Camere il referendum pendente sarebbe sospeso e i suoi termini decorrerebbero nuovamente dal 365esimo giorno successivo a quello delle lezioni. Quindi, argomentano, "si determinerebbe una situazione grave sotto due aspetti: il primo perché la già traumatica eventualità dello scioglimento rischierebbe di rivelarsi una soluzione inefficace proprio a causa dei meccanismi elettorali che a detta di tutti, hanno concorso fortemente a determinare la presente instabilità: sia perché il nuovo Parlamneto verrebbe eletto mediante una legge, a questo punto, politicamente 'sub iudice' per la legittima pendenza di un referendum che la riguarda". "Verrebbe frustrata - aggiungono i referendari - per lungo tempo la domanda di partecipazione civile dei cittadini espressa dalla richiesta referendaria; e verrebbe frustrata la sostanza del referendum, perché i cittadini non solo hanno chiesto di cambiare la legge elettorale, ma hanno chiesto di cambiarla prima del voto". Concludono i firmatari:"Non spetta a noi valutare i profili costituzionali della crisi politica e tanto meno suggerire possibili soluzioni alle forze politiche, o addirittura, al Capo dello Stato: ci permettiamo solo di sottoporre alla sua attenzione la circostanza che, considerato lo stato di avanzamento del procedimento referendario, solo poche settimane ci potrebbero separare dallo svolgimento del referendum se esso fosse indetto in una delle prime date utili. E che nulla impedirebbe immediatamente dopo, ricorrendo i presupposti costituzionali, che si desse luogo allo scioglimento delle Camere, per il quale, come è ovvio, non valgono i limiti che invece graverebbero sul referendum se lo scioglimento intervenisse prima del suo svolgimento". Condividi