ferrero.jpg
Rifondazione Comunista propone di costruire per le prossime elezioni europee una lista che sappia indicare con chuiarezza una uscita da sinistra alla crisi economica. Una lista unitaria che aggreghi la sinistra anticapitalista e tutti i soggetti e le forzze del movimento altermondialista, anticapitalista, comunista, femminista, ambientalista, sindacale. Propone di farla a partire dal simbolo di Rifondazione Comunista e dall'adesione al Gruppo della Sinistra Unita Europea. La decisione non è di poco conto ma è presa dopo un lungo ma pacato confronto tra gli esponenti della Direzione nazionale. Che approva all'unanimità il documento presentato dal segretario nazionale Paolo ferrero, incassando l'astensione - e non il voto contrario - dei membri di Rifondazione per la sinistra dentro il Prc che pure, nei loro interventi, da quello di Augusto Rocchi a Rosy Rinaldi, avevano chiesto di lanciare a tutta la sinistra l'ipotesi di un cartello elettorale anche se su una base programmatica che coincide con quella evidenziata da Ferrero. La riunione della Direzione, che si è tenuta ieri pomeriggio in sala Libertini, si chiude anche con l'approvazione di due ordini del giorno: il primo di sostegno allo sciopero e alla manifestazione indette da Fiom e Fp-Cgil per il 13 febbraio e il secondo di adesione ad altre due manifestazioni che si terranno sabato 14 febbraio. La prima indetta dai movimenti "No-Vat" e Lgbtq contro l'ingerenza di governo e Vaticano sul caso Englaro, la seconda dal movimento Giustizia e Libertà e "Ora basta!" a difesa della Costituzione. Ma la "ciccia" della riunione della Direzione è tutta politica. L'attenzione e l'accento è, fatta la battaglia contro la soglia di sbarramento, formulare la proposta con cui andare alle elezioni europee. Apre la Direzione una relazione di Fabio Amato che iscrive con nettezza la proposta di Rifondazione nell'ambito delle forze della Sinistra Europea e del Gue: «Per la prima volta abbiamo scritto un documento programmatico tutti assieme, come Sinistra Europea, punti fondanti il No al trattato di Lisbona e alla Costituzione europea così com'è ora, a un Europa liberista e succube della Nato, non autonoma nella politica economica come in politica estera, a favore di un'Europa alternativa al modello neoliberista e capitalista. E' in questo orizzonte che ci vogliamo muovere». Poi prende la parola Ferrero: il segretario indica i temi di una "campagna di primavera" di lunga portata, che porti il partito alle elezioni ma che leghi le Europee alla crisi drammatica del Paese. «Bisogna costruire una lista contro questa Europa dei padroni e delle banche che ha prodotto la crisi e che si opponga chiaramente a quel "governo bipartisan" che governa l'Europa e che va da Berlusconi a Veltroni passando per Di Pietro e D'Alema e che vota di tutto, dalla direttiva Bolkestein a norme anti-immigrati». Una campagna di primavera, insomma, da fare "in basso", con la gente comune e il popolo della sinistra, sul come affrontare e reagire alla crisi, e "in alto", per un'altra Europa. La proposta politica che ne discende è altrettanto netta: lista che faccia riferimento al Gue, alternativa al Pse come a ogni ipotesi di "grosse koalition"; partire dal simbolo del Prc, «che è una garanzia, per l'elettorato, e non da oggi, ma da vent'anni»; una lista aperta, che si confronti con altri soggetti politici, culturali, sociali e sindacali della sinistra. Un simbolo "a disposizione", dunque, quello del Prc, per costruire la sinistra, così lo vede Ferrero. Una proposta, la sua, che non coincide né con quella di fumosi cartelli di pura valenza elettoralistica o difensiva rispetto al 4% (per non dire di altri accrocchi indistinti, che pure circolano sui giornali), né con quella di unità organica dei comunisti avanzata dal Pdci di Diliberto. Il Prc vuole aggregare, dunque, ma a partire da un progetto politico chiaro di opposizione all'Europa di Maastricht e della Bolkenstain, non sulla base di una discriminante ideologica ma sulla base di un progetto politico e di una relazione con lotte e movimenti. In molti intervengono, dalle fila della maggioranza (Giovanni Russo Spena, Maurizio Acerbo, Alfio Nicotra, Simone Oggionni) nel ribadire che non si tratta né della proposta di unità dei comunisti né di una proposta chiusa, anzi tutt'altro, di una proposta aperta, che vuole interloquire con soggetti esterni e diversi, dai Social Forum al Laboratorio della democrazia, dal comitato 11 ottobre ai soggetti sindacali. Così come Bruno Steri sottolinea l'alternatività della nostra proposta all'impianto delle politiche economiche sin qui praticate dall'Europa. Ma a centrare il punto è Luigi Vinci: «Il potenziale di convergenze elettorali che abbiamo con forze disponibili a interloquire con il Prc e che non sono solo partiti è molto alto e va colto tutto. Pezzi di sinistra sindacale e politica, da Action al Forum ambientalista, dalla Sinistra Euro-Mediterranea ai movimenti autonomisti, dai quadri sindacali a pezzi di movimenti, ci guarda con attenzione. Ci giochiamo tutto al di fuori dei confini delle forze politiche organizzate e lì dobbiamo guardare». Leonardo Masella e Fosco Giannini rilanciano con ardore la proposta di un "polo comunista" che faccia da argine al razzismo e al capitalismo; Rocchi e Rinaldi chiedono che sulla base di una proposta programmatica chiara, quella di Rifondazione, si rilanci l'idea del cartello unitario, ma si tratta più di accenti diversi che di divergenze insanabili. Ferrero, alla fine, rilancia la sua proposta, che incassa un sì convinto dalla Direzione. Ramon Mantovani, che pone come «vero faro, per la sinistra del XXI secolo, il socialismo dei movimenti e degli Stati dell'America Latina, che stanno proponendo un'alternativa reale e dal basso ma anche dall'alto a neoliberismo e capitalismo», si compiace che la proposta politica di Ferrero «non sia stata anticipata e bruciata sui giornali, come si usava fare prima, nel partito, senza nemmeno poterla discutere». Ferrero incassa e dice: «Adesso al lavoro per un mese a costruire questa proposta unitaria, aprendo un confronto a tutti i livelli, politico, sociale e culturale». 12/02/2009 Condividi