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''Il primo pensiero va a questo giovane che e' caduto servendo il proprio Paese'': cosi' il presidente del Senato, Franco Marini, sulla morte del militare italiano in Afghanistan. Parlando stamani con i giornalisti prima di partecipare ad un convegno a Giano dell'Umbria, Marini ha detto: ''Ci inchiniamo davanti al nostro caduto ed alla sua famiglia, a cui lo Stato deve guardare con grande attenzione, rispetto ed esserle vicino''. ''Il rischio c'e' in questa missione guidata dall'Onu - ha proseguito Marini - una missione di pace, voglio sottolineare questo. Sappiamo che c'e' il rischio ma per difendere la pace nel mondo questi nostri ragazzi affrontano sacrifici e rischi. Tutto il Paese credo che sia vicino al caduto e vicino ai feriti, ai quali - ha concluso il presidente del Senato - auguro una pronta guarigioni". La posizione del presidente del Senato però non tiene conto di un fattore fondamentale: il terrorismo provoca morte, la guerra di risposta provaca altrettante vittime. Finchè continueremo a chiudere gli occhi su questa equazione, soldati italiani e civili continueranno a morire. Ma la politica possibile che non sa dare risposte, delegando le armi? Condividi