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PERUGIA - Come si chiude la stagione venatoria, le campagne di riempiono di esche avvelenate. Legambiente non ha dubbi: E' un sistema crudele ancora barbaramente adottato - sostiene in una sua nota - da cacciatori privi di ogni scrupolo e coscienza per eliminare i "nocivi", così sono chiamati gli animali predatori quali volpi, faine, martore. Un modo cruento e illegale con l'obiettivo di salvaguardare invece le specie di selvaggina cacciabili in quanto possibili loro naturali predatori e che rischia di coinvolgere ogni specie animale. Questa volta l'ultimo caso segnalato all'associazione ambientalista è avvenuto nei dintorni di Cenerente nel Comune di Perugia a danno di un cane avvelenato con un boccone composto da frattaglie avicole e veleno per lumache. "La consueta passeggiata con il mio cane nelle campagne di Cenerente - racconta il proprietario del cane vittima della trappola mortale - quando ad un certo punto ai bordi di in un uliveto mi sono accorto che stava mangiando qualcosa, subito dopo barcollando si è accasciato a terra. immediatamente la corsa dal veterinario più vicino." In seguito è stato effettuato un sopralluogo della Polizia Provinciale durante il quale sono stati rinvenuti tre siti interessati da una consistente quantità di esche avvelenate con lo stesso prodotto. Ora sono in corso le indagini in accertamento dei responsabili a seguito di denuncia fatta dal proprietario del cane. "E' la prima volta che ci viene segnalato un caso di abbandono di esche avvelenate nella zona di Cenerente - dichiara la Guardia Ambientale Volontaria di Legambiente Umbria che ricevendo la segnalazione ha lanciato l'allarme e segnalato il fatto alla Polizia Provinciale – ma sono sempre numerose le segnalazioni, molte ci sono pervenute dallo spoletino proprio pochi giorni fa". Come dire "uccidiamo il leone perché si mangia la gazzella". Ma queste sono le regole della natura e a quanto pare invece ci sono una categoria di cacciatori che si promuovono a capo della catena alimentare con sistemi barbarici e molto pericolosi. "Non è accettabile che ancora oggi possano accadere fatti del genere - dichiara il Presidente di Legambiente Umbria Alessandra Paciotto - fatti condannati anche dalle stesse associazioni venatorie più disposte ad una gestione della fauna con sistemi decisamente più sostenibili". "Queste azioni – conclude la Paciotto – causano seri rischi al territorio e non solo per il mondo animale ma persino per l'uomo. Occorrono maggiori controlli nei periodi a rischio da parte degli addetti alla vigilanza. Ai cittadini chiediamo di segnalare prontamente ogni situazione sospetta. A tutte le associazioni venatorie chiediamo un maggiore impegno per eliminare questa pratica illegale." Condividi