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L'ispettore capo Michele Battistelli - testimone dell'accusa nel caso Meredith - ha affermato al Pm Giuliano Mignini di non "aver mai creduto che si fosse svolto un furto nell'abitazione" "Raffaele Sollecito mi indicò la camera dove era stata rotta la finestra - spiega l'agente -. Entrai e vidi che c'erano dei vetri sopra i vestiti a terra.Dopo avere visto la situazione nella camera della Romanelli dissi sfacciatamente che non credevo a un furto e loro non dissero nulla". Per l'ispettore i vetri in una dinamica normale dovevano sì trovarsi all'interno ma sotto i vestiti, che in un secondo tempo dovevano essere ispezionati. Raffaele disse, secondo il testimone, che comunque "non era stato rubato nulla". Mentre le tracce di sangue nel bagno "furono indicate da Amanda". ******** Erano calmi, ma si vedeva che erano imbarazzati dal nostro arrivo":lo ha affermato l'ispettore capo Michele Battistelli della Polizia Postale riferendosi ad Amanda e Raffaele che il 2 novembre si era recato in via della Pergola per ritracciare una delle coinquiline di Meredith a cui apparteneva uno dei due cellulari ritrovati dalla polizia postale e gettati dal killer della ragazza inglese. L'ispettore aggiunge inoltre: "Raffaele e Amanda erano abbracciati, parlavano a bassa voce, il tutto mentre erano seduti sulla staccionata esterna all'abitazione. Noi siamo arrivati alle 12,25". Una volta sopraggiunti gli agenti Raffaele Sollecito afferma - secondo il testimone - che "aveva già chiamato il 118 perchè avevano trovato la porta aperta". Ma secondo un riscontro della Procura quella telefonata Raffaele non l'aveva ancora fatta: verrà effettuata intorno alle 13, con gli agenti in casa. Condividi