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PERUGIA - "Alla luce di recenti sentenze della Corte dei Conti di Perugia in merito al delicato tema degli esposti all'amianto tra i ferrovieri - Spiegano le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil, in un loro comunicato - ci troviamo costretti a rendere pubblica e sottolineare con forza una evidente discriminazione a danno dei ferrovieri ancora in servizio e che rivendicano i benefici previdenziali della Legge N.257/1992". Nel comunicato in questione si riepiloga una storia lunghissima fatta di episodi, contradditori fra loro, che sono stati così elencati per ordine cronologico: "La Legge N.257/1992 che contiene la possibilità di usufruire dei benefici previdenziali per tutti i lavoratori esposti alle lavorazioni con amianto (cioè con minimo 10 anni in particolari condizioni, si ottengono 5 anni di prepensionamento) è stata applicata a moltissimi settori del privato, permettendo il prepensionamento già da anni di migliaia di lavoratori del privato. Cosa è successo invece per i ferrovieri ? Le prime cause promosse verso la fine degli anni novanta vennero respinte perchè, pur essendoci l'esposizione all'amianto, non si potevano applicare ai ferrovieri i benefici previdenziali, in quanto appartenenti ai pubblici dipendenti! Solo con la Sentenza della Corte Costituzionale del 2002 si è messo fine a questa prima discriminazione, permettendo anche ai ferrovieri di usufruire dei benefici della legge. Avviate le prime cause con tanto di CTU (Consulente Tecnico d'Ufficio) nominati dai Tribunali e spesso anche da CTP (Consulente Tecnico di Parte) nominati dai ricorrenti, si sono ottenuti i primi riconoscimenti positivi con sentenze di 1° grado, che quindi hanno permesso ai primi ferrovieri umbri (tutti delle ex OGR di Foligno) di andare in pensione anticipata. Nel frattempo la legislazione in materia di amianto si “arricchisce” di nuove norme, che con un Decreto Legge N.269 del 30-0-2003, convertito in legge N.326 del 24-11-2003, stabilisce, in particolare, che solo i lavoratori esposti che alla data del 02-10-2003 non erano soggetti all'INAIL (come i ferrovieri appunto) sarebbero beneficiari non più di uno scivolo previdenziale, ma di un vantaggio economico sulla pensione !!! Senza aggiungere altro, diciamo sarebbero, perchè già qui c'è un'ulteriore discriminazione: cioè si afferma che il discrimine per usufruire della Legge N.257/92 è l'avvenuto pagamento dell'assicurazione INAIL, che per le FS è avvenuta solo dal 01-10-1996 !!! Ma nonostante questa ulteriore confusione normativa (tra l'altro già chiarita nella Sentenza della Corte Costituzionale del 2002), i giudici di 1° grado emettono ulteriori sentenze positive a favore dei lavoratori, ma stavolta l'INPS inizia a proporre appello tentando di “sfruttare” la confusione interpretativa della legge del 2003. Purtroppo tra i ritardi dovuti alla carenza di giudici del lavoro del Tribunale di Perugia e le sentenze portate in appello, molti lavoratori restano in servizio per vedere chiusa definitivamente la loro vicenda giudiziaria. E qui arriva il penultimo colpo di scena !!! Nel 2007 una sentenza a sezioni riunite della Cassazione (quindi valenza di LEGGE) sposta la competenza delle cause dell'amianto dai Tribunali Ordinari alla Corte dei Conti. A questo punto i nostri legali ci consigliano di non perdere tempo e di attivare rapidamente la cosiddetta riassunzione appunto alla Corte dei Conti. Pur sapendo che questo era un vero e proprio nuovo giudizio, tutti noi in buona fede come Sindacati, e sulla base sia delle numerose CTU positive, sia sul fatto conseguente che molti ferrovieri con tali giudizi erano già in pensione con la Sentenza di 1° grado positiva, avevamo riposto molta fiducia negli esiti altrettanto positivi dei giudizi della Corte dei Conti, per omogeneità di merito delle valutazioni già svolte da altri giudici. Purtroppo non è stato così, perlomeno dalle prime sentenze non solo non viene riconosciuto il diritto al beneficio previdenziale, ma addirittura per alcuni si fanno pagare anche le spese del giudizio (pari a € 1000)". "Oltre al danno la beffa!", commentano quindi i sindacati di categoria, che rivolgono, pertento, un "accorato appello"... "a tutti i soggetti istituzionali (consiglieri Regionali e Parlamentari di tutti gli schieramenti), affinché si ponga subito rimedio a questa ennesima discriminazione, che di fatto impedisce ai lavoratori delle ferrovie, che spesso scoprono anche gravi patologie relative all'amianto, di usufruire di un giusto beneficio, seppur tardivo, rispetto alle migliaia di lavoratori che ne stanno legittimamente beneficiando da anni". Condividi