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PERUGIA - Domani il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Perugia affiderà ai periti l'incarico per esaminare alcuni computer sequestrati nell'ambito dell'omicidio di Meredith Kercher, la giovane studentessa inglese uccisa nel capoluogo umbro nella notte tra il 2 e il 3 novembre scorso: si tratta del pc della stessa vittima e di quelli di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, entrambi in carcere (con Rudy Hermann Guede) con l'accusa di concorso nel delitto. Il gip, che ha risposto positivamente alla richiesta di incidente probatorio per la perizia sui computer, ha disposto per domani la traduzione dal carcere al palazzo di giustizia dei tre arrestati, che hanno la facoltà di partecipare o meno all'udienza: “Sollecito ci sarà - spiega l'avvocato Marco Brusco, uno dei difensori del giovane pugliese - perché vuole fornire dei chiarimenti sul suo compute”. Non si sa, invece, se saranno presenti anche Knox e Guede. Un altro appuntamento importante nell'inchiesta sull'omicidio di Meredith è quello fissato per il 2 febbraio prossimo, quando il gip dovrebbe depositare i risultati della perizia medico-legale disposta per accertare “le cause e le circostanze” della morte, nonché l'ora del decesso (in particolare quanto tempo sia passato tra il ferimento alla gola della giovane e il momento in cui ha cessato di vivere) e “qualsiasi altra circostanza utile”. I periti hanno compiuto i nuovi accertamenti - sempre con le modalità dell'incidente probatorio, cioè alla presenza dei consulenti di tutte le parti - senza riesumare la salma di Meredith, ma sulla base della documentazione prodotta dal consulente del pm e dei reperti già agli atti dell'indagine. Sempre sul versante degli accertamenti tecnici, i difensori di Sollecito hanno recentemente depositato una perizia di parte '”che dimostra in modo inequivocabile - dice l'avvocato Brusco - che l'impronta di scarpa sporca di sangue trovata nella casa del delitto non è assolutamente compatibile con le Nike di Raffaele”. L'inchiesta sul delitto di Perugia non è stata certo avara di colpi di scena: l'ultimo, l'11 gennaio scorso, quando si è saputo che gli uomini della Scientifica hanno trovato tracce del Dna di Sollecito sul reggiseno di Meredith. Una notizia che il giovane studente pugliese ha appreso “come un fulmine a ciel sereno”, ha commentato il padre nei giorni scorsi, aggiungendo che “Raffaele è sicuro” di non avere mai avuto alcun contatto fisico né con Meredith Kercher, né con gli indumenti intimi che indossava. Per questo, il giovane è “preoccupato”, anche se in tutti questi giorni ha continuato a lavorare alla sua tesi di laurea, che ormai è pronta: dovrebbe discuterla il 14 febbraio. Condividi