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di Isabella Rossi Sono calate dell'1,8 per cento le presenze turistiche in Umbria, ben 95 in meno rispetto all'anno precedente. Dati preoccupanti soprattutto in vista degli effetti della crisi che ha investito l'economia mondiale, visto che il comparto del turismo, come è evidente, è destinato a risentirne fisiologicamente. Ma non tutte le aree dell'Umbria hanno subito lo stesso calo. Assisi ed il Trasimeno ad esempio rappresentano una grossa eccezione in negativo, purtroppo. In generale, se nel 2007 tra gennaio e settembre in Umbria c'erano state un milione e 721mila arrivi e cinque milioni 122mila di presenze, lo stesso periodo nel 2008 evidenzia un calo significativo: un milione 669mila gli arrivi e 5 milioni 27mila le presenze. E' la città del Santo patrono d'Italia a ricevere la batosta più dura. Soprattutto per quanto riguarda gli stranieri: in un anno Assisi ha perso il 12,1% degli arrivi e il 5,5% delle presenze tra i turisti non italiani. Ciononstante Assisi mantiene la pole position tra i comprensori dell’Umbria per gli arrivi registrando un aumenta dei turisti toccata e fuga, quelli della visita alla Basilica e poco più. Buone notizie per Perugia che vince la sfida nel 2008. Il capoluogo guadagna rispetto all'anno precedente il 5,3 per cento di arrivi e l’1,8% di presenze, e diventa prima nella classifica regionale. Tuttavia anche per Perugia meno stranieri e più turisti italiani. Segno più per la Valnerina (+1,1 di arrivi, + 2,3% di presenze), il folignate (+5,4 e +1,1%)e Todi (+2 e più 4,4%). In controtendenza Gubbio, stabile rispetto all'anno precedente, dove è segnalato un forte incremento negli arrivi di stranieri (+6,9%). La disfatta coinvolge anche il Trasimeno che perde il 2,3% di arrivi e il 5,5% di presenze. Ma poteva andare peggio viste le condizioni del lago in secca nella stagione estiva del 2008. Spoleto registra un meno 2,6% negli arrivi e un tonfo del 5,5% nelle presenze. Orvieto presenta un meno 7,9% sia negli arrivi che nelle presenze. Da questi dati appare evidente che il turismo umbro deve necessariamente ripartire dalla riconquista degli stranieri, sono loro ad essere calati del 5,4%, mentre il turismo interno riesce a contenere il danno (-2,3 % nelle presenze) e addirittura a registrare un lieve incremento (+0,6%) negli arrivi. Tale fenomeno, comunque, non rallegra gli albergatori, visto che il turismo interno non sempre necessita di strutture alberghiere. Proprio alberghi, infatti, accusano un meno 3 per cento nel 2008 mentre gli agriturismi, casali e camping perdono lo 0,5 per cento delle presenze. Per l'Umbria che al pari della Toscana, è considerata meta di "agriturismo" questo è senz'altro il momento di mettere in atto strategie di contrasto in previsione della prossima stragione. Condividi