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PERUGIA - Mercoledì 4 febbraio al Teatro Cottoni di Nocera Umbra, con repliche giovedì 5 febbraio al Teatro Comunale di Narni e venerdì 6 febbraio al Teatro Clitunno di Bevagna in scena il mirabile testo di Arthur Schnitzler La Contessina Mizzi, con un’ indimenticabile interpretazione di Micaela Esdra e Roberto Bisacco, Antonio Zanoletti, Martina Carpi, Diego Florio, Ilario Grieco, Giovanni Scacchetti, Giampiero Mannoni, per la regia di Walter Pagliaro. L'attenzione dello scrittore, acuto osservatore della società, è rivolta in questa commedia al mondo dell'aristocrazia e al rigido codice delle convenzioni che ne regolano e snaturano l'esistenza. Il Principe Ravenstein fa visita all'amico conte Pazmandy e gli rivela di avere un figlio, che ha appena fatto l'esame di maturità. Il conte è sorpreso ma ha anche lui qualcosa da rivelare: è stato appena lasciato dall'amante che sta per sposare un cocchiere. Il vecchio conte non sa però, non saprà mai che la madre di Philipp, il figlio del principe, è in realtà sua figlia Mizzi. Il principe chiede a Mizzi di sposarlo, ma la contessina rifiuta, non accetta riparazioni in ritardo, non può dimenticare i giorni dolorosi seguiti alla nascita del figlio che fu costretta ad abbandonare dopo la nascita e la presunta impossibilità del principe di sposarla. Adesso è ormai troppo tardi, Mizzi ha pagato un altissimo prezzo alla convenzione, ha sofferto, si è emancipata ed è ora in grado di affrontare senza emozione l'arrivo del figlio, poiché la voce del sangue è solo “una fandonia”. La simpatia di Schnitzler per i personaggi femminili emerge in questo caso con particolare decisione: Mizzi è una delle grandi figure del suo teatro, una donna che con aristocratico contegno ha sofferto in silenzio, lasciando che la sua vicenda umana restasse nell'ambito della commedia, senza interferire tragicamente nel destino degli altri. Il finale, la gita ad Ostenda, con il previsto incontro di tutti i protagonisti e forse, chissà, con un ripensamento di Mizzi, non va tuttavia visto in chiave di “happy end” ma resta, come sempre in Schnitzler, aperto per la riflessione dello spettatore. Nonostante la satira piuttosto marcata del futile e vuoto mondo aristocratico, non sfugge tuttavia nella commedia un senso di umana comprensione e persino di simpatia nei riguardi di una classe che un tempo ha retto con dignità le sorti dell'Austria felix e che adesso all'inizio del novecento, è ormai soltanto l'ombra di se stessa. Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere telefonicamente, fino al giorno precedente lo spettacolo, presso il Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria, tutti i giorni feriali, dal lunedì al sabato, dalle 16 alle 19, al n°075/57542222. E’ possibile acquistare i biglietti on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it. Condividi