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L'inchiesta dei Carabinieri di San Bonificio (Verona) che sta impazzando in queste ore riguarda anche il comune di Perugia dove, dalla città veneta, fanno sapere che è stato inviato un avviso di garanzia inviato all'ex comandante della polizia municipale Claudio Venturini. Il sistema fotografico al centro delle polemiche arrivò nel capoluogo umbro Il 19 luglio del 2006 l'assessore alla mobilità del Comune di Perugia, Antonello Chianella, annunciava insieme al super-manager Naldini e il vice-capo della Polizia municipale, l'immissione dei T-red su 10 impianti semaforici della città, considerati ad alto rischio di incidenti per via di chi passa anche il rosso ben acceso. Si parlò da subito di una società privata disposta a pagarsi mezzi e prendere una commissione per ogni multa scattata. "Non ha alcun costo per il Comune - spiegò l'assessore Chianella - perché l’acquisto e la manutenzione delle apparecchiature sono a carico di una società privata alla quale va una percentuale delle sanzioni comminate (su 158 euro di sanzione, 25 euro vanno alla società)”. Un aspetto che suscitò da subite polemiche perchè era ovvi l'interesse dei privati a fare più molte possibili. Almeno in teoria. L'azienda privata era la Ci.ti.Esse che attualmente è al centro dell'indagine dell'Arma veneta che ha prodotto 60 avvisi di garanzia in gran parte d'Italia - anche a Perugia - due arresti ai maggiori azionisti dell'azienda in questione. Le accuse: mezzi non omologati come dichiarato, giallo troppo breve e multe confenzionate e decise dai tecnici della Ci.Ti.Esse e non da la polizia municipale. Nella conferenza stampa di presentazione a Perugia del 2006 il manager Naldini disse: "Sono di due tipi: T-red e Photo R&V a elevata tecnologia digitale, entrambi omologati dal Ministero dei Trasporti". Così non sembra. E qui si apre un altro capitolo che rischia di portare nell'inchiesta anche le giunte e i dirigenti che hanno chiesto l'istituzione di questi mezzi. "Potevano non sapere che non erano omologati?" Oppure sono stati truffati loro stessi dalla società che attestava false certificazioni? E ancora: dovevano essere a conoscenza del fatto che le multe non dovevano essere inflitte dai tecnici dell'azienda privata? Sulla brevità del giallo a Perugia scesero in campo - tre volte - Le Iene di Italia Uno: risultato il giallo non durava più di 2-3 secondi altro 7 secondi. il rischio che molti automobilisti non riuscissero a passare con il giallo senza incappare nel rosso era alto. Ma questo lo testimoniò anche il Giudice di Pace - 10mila ricorsi - che in migliaia di sentenze blocco il verbale per vizio di procedura e giallo breve. Il Comune un anno dopo decise di "incartare" il verbale in proprio per evitare mancati guadagni. Nel 2008 l'avvocatura del Comune, chiamata a pronunciarsi sui possibili ricorsi ai verbali annullati, affermò che il ricorso sarebbe stato perdente e avrebbe chiesto uno sforzo di uomini immane per l'ufficio. Il parere non fu accolto dalla giunta che decise di fare i ricorsi. Ma dalla parte della Giunta Locchi c'è una sentenza del 2008 sul ricorso al primo verbale da T-red. "La sentenza del Giudice di pace - spiegava l'assessore Chianella nel 2008 - riteneva la procedura di notifica effettuata dal Comando di Polizia Municipale di Perugia illegittima in quanto lo stesso si avvaleva per le operazioni di stampa, imbustamento e spedizione degli atti della società Maggioli. La sentenza del Tribunale accoglie, invece, in toto la difesa del Comune di Perugia (seguita dall’avvocato Antonio Bagianti, espressamente incaricato in merito alla cura dei primi atti di appello) ritenendo che “la potestà di accertamento dell’infrazione e di redazione del verbale è in capo alla Polizia municipale, competendo alla società Maggioli le sole operazioni materiali di stampa, imbustaggio e consegna alle poste dei verbali relativi alle infrazioni”. Condividi