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L’uscita di Vendola dal Prc è l’ennesimo atto di isterismo politico che manifesta il sostanziale fallimento della scissione. Un vero e proprio salto nel buio che nel nome dell’unità della sinistra tenta di spaccare Rifondazione e di costruire l’ennesimo micro partitino. Errori politici impressionanti ad iniziare da chi ha capeggiato una mozione congressuale che ha riportato il 47 per cento ed è stato incapace di vincere un congresso, impresa quasi impossibile. Le notizie nazionali annunciano un sostanziale ritrarsi di migliaia di compagni dall’avventura scissionista e invece l’assunzione di responsabilità di continuare a far valere le proprie posizioni dentro l’unico soggetto realmente consistente della sinistra, rifondazione. Una Rifondazione comunista che i sondaggi danno in crescita paradossalmente proprio mentre Vendola annuncia la sua uscita dal partito e questa scellerata scissione. Anche in Umbria si rafforza in maniera consistente l’area di Rifondazione comunista per la sinistra che si contrappone in maniera netta a tutti coloro che in questo momento stanno pensando all’uscita dal partito. Ancora più significativa è questa posizione perché mette chiaramente in luce come coloro che utilizzando una postazione istituzionale intendono solo indebolire Rifondazione. In particolare Mauro Tippolotti e Pavilio Lupini debbono constatare il loro sostanziale isolamento da coloro con cui hanno condiviso in Umbria la mozione di Vendola. La loro scelta di uscire dai gruppi consiliari è condannata in maniera durissima dagli stessi componenti della mozione Vendola, che ne chiedono giustamente le dimissioni dal Consiglio regionale. Essendo ormai totalmente fuori moda dimostrare con atti concreti la propria dignità personale e politica, è facilmente intuibile che i due consiglieri non si dimetteranno dall’incarico che è stato loro assegnato dall’elettorato di Rifondazione. Niente di nuovo sotto il cielo, ci meraviglieremmo soltanto del contrario. Rifondazione comunista pone alle forze del centrosinistra alla Regione dell’Umbria il rispetto dell’accordo politico che ha definito gli equilibri nella massima assise regionale. Questi equilibri assegnavano ai Ds la presidenza della regione, alla Margherita la vicepresidenza della regione e a Rifondazione la presidenza del Consiglio regionale. La fuoriuscita di Tippolotti dal gruppo di Rifondazione (per approdare in via Baglioni nel gruppo misto assieme a La Destra, complimenti!) modifica quell’equilibrio raggiunto. Un equilibrio che è stato rotto dalle scelte ridicole di Tippolotti e Lupini (e da coloro che li spalleggiano). Rifondazione comunista pertanto chiede le dimissioni del presidente Tippolotti dalla sua carica in quanto è stato eletto dal Consiglio regionale dell’Umbria non perché autorevole, non perché bravo, non perché bello, ma solo perché era un militante di Rifondazione comunista. Una volta che Tippolotti si sarà dimesso, si riaprirà il confronto dentro i gruppi del centrosinistra per trovare un nuovo equilibrio rispettoso di quello precedente. Allo stesso modo Pavilio Lupini si deve dimettere dall’incarico di presidente del Consiglio dell’emigrazione umbra, incarico anch’esso definito per accordo politico. Condividi