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di Milena Cenci Comitato Nazionale PdCI Tempi bui per i partiti. Non è, di certo, la mani pulite dei primi anni novanta, ma la questione morale all’interno dei partiti è ritornata ad essere un argomento di primo piano che conquista prime pagine come da tempo non si vedeva fare. Nell’occhio del ciclone questa volta il PD, le cui giunte (Genova, Napoli, Firenze, Pescara, quella campana di Bassolino, quella abruzzese di Del Turco, Loiero in Calabria) sono state coinvolte da indagini giudiziarie che hanno portato ad arresti e ad avvisi di garanzia. Certo non bisogna andare molto lontano per vedere dove si annida “il marcio”, basta guardare fuori dalle nostre finestre, passeggiare per la nostra città per capire quello che è accaduto in questi anni. Certo non si può fare di ogni erba un fascio, ma il tarlo della corruzione nel Pd, della questione morale esiste, ed è stato un errore, un grave errore sottovalutarlo, per un partito che vuole fare dell’innovazione della politica e della questione morale in politica un modello di riferimento per progettare la società e un criterio di selezione della classe dirigente. Mi viene di domandarmi perché questo tarlo? Se guardiamo alla storia di questi anni una prima risposta viene naturale. Quali sono i valori fondanti di questo partito? Certo non quelli che vengono dal movimento operaio italiano, comunista e socialista. Sia a Rutelli, che allo stesso Veltroni viene un’allergia pesante solo al sentir pronunciare queste parole. In nome di una modernità mal intesa, si sono buttati a mare valori, principi come se fossero ferri vecchi, e in tutto ciò non si è salvata neppure la “questione morale di Berlinguer”. Volete mettere i furbetti del quartierino? Disinvolti e con pochi scrupoli, paragonato a un “ austero” leader del Pci. Però mi chiedo dove erano quelli che oggi, nella nostra città (Spoleto, ndr) pongono la questione morale come discriminante della selezione dei candidati, quando si denunciavano: le consulenze senza contratto, come è stato certificato dalla relazione degli ispettori della ragioneria dello stato; quando si votava un piano regolatore che ha aumentato i volumi edificabili del sacro Monteluco, anzi mi chiedo dove è andato a finire quel progetto di qualificazione di quel luogo con la realizzazione di un beauty farm?; quando si denunciava il disastro ambientale il saccheggio di Poreta, anzi mi chiedo dove è andato a finire il progetto che lì prevedeva la realizzazione dell’ippodromo? Dove erano quando si alienavano i beni culturali, storici architettonici di Spoleto come l’Azienda Agraria di Giano, ora l’ex Mattatoio? Dove eravate quando si denunciava la mancata realizzazione della viabilità alternativa a favore della realizzazione di quel tipo di edificio? Dove eravate quando si denunciava la realizzazione prevista dal piano regolatore generale di un edificio alto 16 metri, all’altezza della scuola di polizia e di Villa Redenta? ; Dove eravate quando si denunciava, che il partito era diventato un comitato d’affari oliato per attirare consenso personale, più che per costruire un progetto di sviluppo e di trasformazione della città e della classe dirigente. Vorrei sottolineare che non è un caso che la sinistra in questa città non è al governo, dato che la politica è diventata una variabile dipendente, non “dall’affare generale” ma di “quello particolare”. E’l’affare, che fa girare la società, che decide della vita delle persone e della qualità delle loro relazioni stravolgendo lo stesso ruolo delle istituzioni e degli eletti. Gli eletti come ha detto nella trasmissione Ballarò il magistrato Raffaele Cantone …”sono diventati dei manager degli imprenditori con le esternalizzazione dei servizi e tutto ciò è avvenuto senza che quei meccanismi di controllo quali il consiglio comunale il segretario generale i comitati di controllo venissero rafforzati.”. Condividi