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Carla Adamo PERUGIA – L’Università per Stranieri di Perugia ha presentato la nuova serie degli “Annali”, rivista scientifica dell’ateneo, che ricomincia le sue pubblicazioni, interrotte nel 2003. Tra gli strumenti che il rettore Stefania Giannini ha indicato nel suo progetto di Governo 2007-2011, per la valorizzazione della produzione scientifica, vi è, infatti, una rivista che diffonda patrimonio di studi e ricerche, presentandosi come concreto strumento di aggregazione e condivisione delle esperienze didattiche e scientifiche di docenti e studenti. Il primo volume della nuova edizione, il numero 0, raccoglie 30 articoli tra i più rappresentativi dell’intensa rete di relazioni culturali sviluppate dall’università, nel corso dei suoi ultimi decenni di storia e suddivisi in 4 aree di interesse: istituzionale, linguistica, letteraria e storico artistica. Si tratta di pubblicazioni di studiosi e docenti della stessa Università, che hanno collaborato alla rivista dalla sua nascita, avvenuta nel 1981 per opera dall’allora rettore Ottaviano Prosciutti, ed edita dalla casa editrice Le Monnier di Firenze per i primi 17 numeri e pubblicata dal numero 18 fino oggi dall’editore Guerra. Alla presentazione, che si è tenuta giovedì 15 gennaio, nell’aula Magna di palazzo Gallenga, era presente, insieme a Stefania Giannini, rettore dell’Università per Stranieri di Peuriga, Paola Bianchi De Vecchi, già direttore della rivista e preside della facoltà di Lingua e cultura italiana, Andrea Capaccioni curatore del volume e responsabile del Centro per l’orientamento bibliografico d’ateneo, l’ambasciatore Giuseppe Santoro, l’ambasciatore Sergio Romano. Editorialista del Corriere della Sera, Sergio Romano ha collaborato con gli Annali dell’Università per Stranieri, negli anni che vanno dal 1982 al 1987, pubblicando studi e ricerche, 4 dei quali riproposti nel primo numero dei nuovi Annali. “Ho fortemente voluto il rilancio di questa rivista – ha spiegato il rettore – che testimoni e contribuisca a fondare un progetto di rilancio culturale per il futuro. Gli annali hanno rappresentato il primo seme gettato dall’allora rettore Prosciutti per fare conoscere le competenze di questo ateneo in Italia e all’estero hanno sempre concentrato l’attenzione, dal punto di vista scientifico, sulle metodologie di insegnamento dell’italiano come lingua seconda e non materna. Una rivista secondo noi – ha continuato Stefania Giannini – non deve essere soltanto un raccoglitore di contenuti, ma un laboratorio di idee che possa collegare e aprire la nostra università e, più in generale l’Italia, al resto del mondo”. “Abbiamo per questo pensato – ha concluso il rettore dell’Università per Stranieri di Perugia - a una versione elettronica ad accesso libero che possa essere facilmente consultabile da un numero elevato di utenti”. “Ho riletto un mio vecchio saggio pubblicato sugli annali – ha detto Sergio Romano – con una certa apprensione rispetto alle considerazioni che ho fatto allora sull’Europa e sull’Italia. Dovrei aggiungere alcune cose oggi anche su Perugia che si è dimostrata parte dell’europeismo italiano anche grazie a una realtà come l’Università per Stranieri”. “Mai come in questo momento – ha proseguito -, infatti, la dimensione europea è necessaria per affrontare la realtà storica che ci troviamo di fronte, nonostante le resistenza e le ambizioni nazionalistiche che i Paesi europei non hanno saputo ancora abbandonare del tutto”. “Ho tutta una serie di ricordi a Perugia negli anni in cui lavoravo come direttore generale degli Affari culturali del Ministero degli Esteri – ha continuato l’ambasciatore -. Poi ho cambiato mestiere, mi sono allontanato e questo ritorno, molto gradito, mi impone dei bilanci. Mi viene da chiedermi come si ricolloca l’Università per Stranieri in questi anni di globalizzazione che ha cambiato il mondo, gli scenari internazionale e ha portato un nuovo confronto tra culture. Dal punto di vista linguistico è subentrato un bilinguismo, che vede come unica lingua in ambito scientifico quella inglese a cui si accompagnano le diverse lingue nazionali. L’inglese sta diventando l’unica lingua anche nel mondo accademico con il rischio per la cultura mondiale di escludere tutta quella letteratura scientifica scritta in altre lingue. Quello che può fare un’Università per Stranieri come quella di Perugia è resistere, in parte a questo fenomeno aiutando a diffondere la cultura italiana nel mondo attraverso la nostra lingua”. Condividi