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di Isabella Rossi Dopo quello di quindici giorni fa, a seguito della sentenza di condanna in primo grado di un italiano accusato di aver stuprato una ragazza marocchina, il comune di Milano ottiene un nuovo risarcimento per danni patrimoniali e morali in un processo per stupro. Si dimostra così che quella di costituirsi parte civile e affiancarsi alle vittime è una via efficacia per contrastare la violenza alle donne. Lo attesta la sentenza in primo grado e con rito abbreviato a 8 anni e 8 mesi a carico di un romeno di 27 anni accusato di aver violentato nel maggio scorso una ragazza italiana di 19 anni dopo che era scesa dall’autobus nei pressi di via Breda. Il Comune di Milano, che si era costituito parte civile, ha ottenuto infatti un risarcimento di ventimila euro, il più alto finora liquidato a favore di un comune in un processo per violenza sessuale. Lo scorso aprile il Comune era stato risarcito per danni patrimoniali nel processo di secondo grado per lo stupro di una ragazza aggredita nel febbraio 2006 nel parcheggio della stazione metropolitana di Bisceglie. Qualche mese dopo, per la prima volta in una sentenza di condanna, un giudice ha riconosciuto ad un ente locale, che si è costituito parte civile in un processo per stupro, un risarcimento sulla base dei servizi che il Comune da anni ha messo a disposizione delle donne che hanno subito violenza. Una battaglia di civiltà l'ha definita il vice sindaco e assessore alla sicurezza Riccardo De Corato. Il Comune di Milano sembra aver imparato la lezione. Per azioni di contrasto alla violenza sulle donne mette in campo una strategia mirata di carattere esemplare in grado di dimostrare una seria volontà di tutela delle cittadine italiane e straniere residenti. Le telecamere istallate nelle vie del centro, del resto, non possono aumentare la percezione della sicurezza delle donne né mantenere una convivenza civile. E che le donne possano circolare serenamente in una città è importante. In caso contrario, se Milano dovesse continuare a veicolarsi come una città pericolosa per le donne, il danno d'immagine sarebbe gravissimo. Condividi