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Esaminati nei giorni scorsi i casi del Pdl e del Pd, i due partiti più rappresentati nel nostro Parlamento, chiudiamo il capitolo "Questione morale" relativa al Parlamento italiano, occupandoci oggi delle formazioni politiche minori che ugualmente annoverano nelle loro fila personaggi in qualche modo compromessi con la nostra giustizia. Si tratta di un partito di governo, la Lega, che nel suo piccolo conta 7 cosiddetti inquisiti, fra i quali 4 membri del governo, ad iniziare dallo stesso Umberto Bossi, ed un altro di opposizione di centro, l'Udc, che ne conta invece 5. Prima di passare agli elenchi, vale la pena sottolineare una paradosso tutto italiano: fra i leghisti figura anche il nome dell'attuale ministro degli Interni, Roberto Maroni, che ha a suo carico, fra l'altro, una condanna rimediata per uno scontro avuto con la polizia in Via Bellerio, a Milano, dove c'è la direzione nazionale del suo partito. Fatto questo che, come si vede, non gli ha impedito di assumere un incarico di governo che gli consente di controllare direttamente le forze dell'ordine. Una cosa che solo nell'Italia di Berlusconi poteva realizzarsi, poiché, glissando lo schieramento di centro destra sul conflitto di interessi del capo, figuriamoci se poteva fermarsi davanti ad un semplice criterio di opportunità. Questi, comunque, i due elenchi: LEGA Bossi Umberto (ministro), condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per 200 milioni di finanziamento illecito dalla maxitangente Enimont. Condannato a 1 anno per istigazione a delinquere e per oltraggio alla bandiera, indagato e imputato in altri procedimenti penali. Brigantini Matteo (deputato), condannato in secondo grado a 2 mesi (con il sindaco di Verona Flavio Tosi) per propaganda razzista per aver organizzato una campagna contro la comunità sinta (zingara) di Verona. La pena prevede anche il risarcimento di sette cittadini sinti. Calderoli Roberto (ministro), indagato a MIlano per ricettazione nell'inchiesta sulla Bnl di Fiorani, si sarebbe spartito 200mila euro con Brancher. Reato prescritto (resistenza a pubblico ufficiale) nei tafferugli con la polizia nella sede leghista di via Bellerio a Milano. Caparini Davide (deputato), reato prescritto (resistenza a pubblico ufficiale). Castelli Roberto (sottosegretario), indagato per abuso d'ufficio per alcune consulenze facili affidate mentre era Guardasigilli, il Senato nel dicembre 2007 ha negato l'autorizzazione a procedere. La Corte dei Conti gli ha contestato un danno erariale di circa 400mila euro. Maroni Roberto (ministro), condannato a 4 mesi e 200 giorni di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale durante gli scontri di via Bellerio a Milano. Imputato a Verona per creazione di struttura paramilitare fuorilegge. Stefani Stefano (deputato) indagato a Roma per concorso e riciclaggio in truffa ai danni dello Stato per i finanziamenti al quotidiano "Il Giornale d'Italia". La richiesta richiesta di archiviazione nasce dall'impossibilità di utilizzare le intercettazioni. UDC Cesa Lorenzo (deputato), arrestato nel 1993 e condannato in primo grado per lo scandalo Anas (mazzette per 3o miliardi di lire). Il reato è stato prescritto. Cuffato Salvatore (senatore), condannato a 5 anni dal Tribunale di Palermo per favoreggiamento aggravato di alcuni mafiosi. Indagato, sempre a Palermo, per concorso esterno in associazione mafiosa. Mannino Calogero (deputato), imputato in appello per concorso in associazione mafiosa. Secondo la procura di Palermo avrebbe stretto un patto con Cosa Nostra per avere voti in cambio di favori. A giudizio nel 2007, su richiesta della procura di Marsala, per associazione e delinquere, appropriazione indebita, frode in commercio, falso e truffa aggravata. Una presuntga frode di vini. Naro Giuseppe (deputato), condannato a 6 mesi in Cassazione per abuso di ufficio per lp'acquisto con danaro pubblico di 462 ingrandimenti fotografici. Due prescrizioni nell'ambito della Tangentopoli messinese. Romano Francesco (deputato), indagato dalla Dda palermitana per concorso esterno dopo le rivelazioni del pentito Francesco Campanella. Condividi