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di Francesco Pullia* E così al pontefice sarebbe stato impedito di parlare alla Sapienza e dagli scranni parlamentari si invocano pene severe per i reprobi docenti. Un po’ come accadde al tempo del fascismo per gli appena dodici universitari, su oltre milleduecento, che rifiutarono di giurare fedeltà al duce e al re. Tra questi, come amaramente riscontrò Gaetano Salvemini, non figurava neanche il nome di un professore di storia contemporanea o di italiano: “nessuno di coloro che in passato s'erano vantati di essere socialisti aveva sacrificato lo stipendio alle convinzioni così baldanzosamente esibite in tempi di bonaccia”. E adesso cosa sta accadendo dietro l’imbellettamento? Si sta verificando semplicemente quello che da sempre denunciamo, e cioè che la potente macchina da guerra vaticana, con grande arguzia e raffinatezza, non perde occasione per ricorrere al proprio potente apparato propagandistico e chiamare all’adunata. Chi segue il calcio conosce bene episodi in cui un attaccante fa di tutto per essere atterrato in area di rigore avversaria, arrivando, qualora non riesca nell’intento, addirittura a simulare il ricevimento di un fallo pur di guadagnare, ovviamente con la complicità arbitrale, un bel calcio di rigore. Ad esaltarne ed incensarne la prodezza ci penseranno, poi, i cronisti sportivi. E’ quanto è avvenuto, né più né meno, alla Sapienza. Tutto dà l’impressione d’essere stato orchestrato con accorta regia. Tutto si è verificato in quattro tempi: l’invito, la rinuncia (decisa, si badi, unilateralmente), l’indotto, cercato ed enfatizzato martirio mediatico (con parallela glorificazione), la convocazione dell’adunata. Ci si è mossi davvero con maestria grazie anche all’apporto di un mondo politico e giornalistico schierato in maniera compatta, molto devoto (in senso mondano, di ossequio e riverenza al potere, agli ori, al mercimonio) e nient’affatto religioso. E adesso? Adesso, grazie alla vicenda universitaria, le (quot)azioni d’Oltretevere subiranno, c’è da scommetterlo, un’impennata, un ulteriore rialzo. Tutto come si sperava, com’era programmato. Domenica le telecamere, con l’immancabile commento del pio Stefano Maria Paci di Sky, siatene certi, saranno tutte puntate sull’imponente affluenza in piazza San Pietro e il convocatore Ruini sarà più radioso che mai. L’operazione mistificatrice del Foglio avrà, da parte sua, un bella sponsorizzazione e non mancheranno i triti e contriti. Anzi, faranno a gara a mostrarsi corretti. Ma, poi, scusate, che cosa è realmente successo? Il papa ha deciso di non recarsi all’inaugurazione dell’anno accademico di un’università statale. Il suo discorso, però, è stato ugualmente letto e trasmesso, ricevendo quell’attenzione che altrimenti avrebbe avuto in misura minore. Se non è questa una diabolica strategia cos’è? In compenso, tanto per darci conferma che non esiste affatto un’offensiva papalina ma, al contrario, siamo tutti vittime di una masnada di pericolosissimo anticlericali, è stata sospesa la nomina del fisico Lorenzo Maiani alla presidenza del Cnr. Il motivo? Semplice: è stato tra i sessantasette docenti che si erano permessi definire incongrua la visita di Ratzinger. Come al tempo dei dodici che non giurarono devozione al duce e al re. Come volevasi, appunto, dimostrare. No, è vero, non c’è proprio alcun ritorno di fiamma clericale… * della Direzione nazionale di Radicali Italiani Condividi