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Carlo Fabbri, Consigliere del Gruppo di Rifondazione comunista al Comune di Perugia e Presidente della 3° Commissione consiliare permanente (Cultura, sanità e servizi sociali) spiega ad Umbrialeft la sua posizione e quella del suo Partito sul tema della sicurezza a Perugia, tema di attualissima importanza e oggetto anche di un Consiglio Comunale monotematico sull’argomento tenutosi nei giorni scorsi. Fabbri afferma: “Rifondazione comunista ha ben compreso la situazione della sicurezza nella città di Perugia: nel tempo le cose sono cambiate Ma il ruolo della politica è proprio quello di precorrere e di adeguarsi ai tempi per intervenire e tentare di risolvere i problemi. Noi siamo per la certezza della pena ma, affermiamo anche che non c’ è alcuna necessità di leggi ad hoc “da sceriffi”, in quanto esiste già una legislazione sui temi della sicurezza che deve solo essere applicata”. Per Fabbri, tuttavia, è importante sottolineare che la sicurezza deve essere “democratica”, ossia, ribadisce il Consigliere di Rifondazione comunista: “deve garantire tutti i cittadini allo stesso modo". Non possiamo rassicurare i perugini addossando tutte le colpe ai lavavetri o a chi è costretto da alcune condizioni sociali a mendicare per strada. Questo non significa certo accettare il “racket” dei mendicanti, soprattutto quando coinvolge i minori: tali situazioni devono ovviamente essere perseguite dalla legge. Un altro punto molto importante è il concetto che l’insicurezza non deve sfociare nella paura del “diverso”, che finirebbe per sconfinare nell’intolleranza”. In primo piano c’è anche la prevenzione. “Per Rifondazione comunista è essenziale prevenire il reato. La microcriminalità, che è il problema che più grava sulla vita quotidiana, è quasi sempre figlia di un disagio sociale e dell’emarginazione: la miglio terapia è intervenire sulle condizioni sociali degli ultimii”, afferma Fabbri, che continua: “per noi dunque la terapia radicale per il problema della sicurezza è cercare di intervenire a monte, nel sociale. Le azioni di polizia di massa, le retate, servono solo a spostare di volta in volta, come su una scacchiera, le zone cosiddette “a rischio” della città”. E infine il problema droga. Il Consigliere comunale di RC non ha dubbi e non fa sconti a nessuno: “laddove c’è spaccio c’è comunque richiesta e consumo (é la legge della domanda e dell’offerta...)”, sottolinea Fabbri, “e questo impone anche a noi, i cosiddetti 'benpensanti', il problema del disagio giovanile”. Condividi