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Appena tornato dalla sua visita in Palestina, il segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero, ci aveva sollecitati alla mobilitazione per mettere fine alla sofferenza di un popolo inerme ed imporre una vera e solida Pace in quell’area così martoriata. Intervistato da “Liberazione”, Ferrero aveva affermato che «A Gaza non v’è alcuna “operazione chirurgica”, è solo un massacro», per cui chiedeva la fine immediata di qualsiasi azione militare e sollecitala l’Italia, l’Europa e l’Onu a non fare solo vuoti appelli, bensì a prendere una posizione netta, “adottando anche sanzioni”. Dobbiamo purtroppo riconoscere che quell’accorato appello, pubblicato sul quotidiano del Prc il 30 dicembre, è rimasto purtroppo largamente inascoltato perché le armi hanno continuato a fare enormi danni alle cose, ad uccidere indiscriminatamente donne, bambini, uomini e anziani colpevoli solo di abitare in quel fazzoletto di terra, una gabbia dalla quale non possono nemmeno tentare di fuggire perché li sono stati rinchiusi da un recinto invalicabile. Donne, bambini, uomini e anziani ai quali viene negato da sempre il diritto di avere una terra in cui vivere in libertà, in favore dei quali Ferrero ha invocato, sinora vanamente, una maggiore considerazione da parte dell’Occidente che si limita ad osservara impotente il succedersi di tali sconvolgenti avvenimenti. Appena rimesso piede nel nostro Paese, il segretario nazionale di Rifondazione Comunista si è dato da fare per costruire quella che ha chiamato una mobilitazione «urgente e necessaria». Non una convocazione - ha spiegato - che suonerebbe come «Una proposta di parte», in quanto tale nociva per la costruzione di una iniziativa ampia come è necessario, bensì un invito rivolto al tessuto dell’associazionismo, ai sindacati, a tutte le forze della sinistra per ricostruire un grande movimento per la pace, per ripartire da una manifestazione nazionale. Una mobilitazione ampia, dunque, «Ma senza alcuna equidistanza» – ha spiegato – perché siamo di fronte ad una azione militare da crimine di guerra per la quale non c’è nessuna giustificazione, come pure non c’è nessuna relazione trai missili di Hamas e l’azione messa in campo. E la situazione è per Ferrero persino più critica di quella che viene raccontata dalle tv italiane. Anzi, la stampa israeliana gli è parsa più pluralista della nostra ed inoltre là tutti possono vedere al Jazeera servendosi di una semplice parabola. Ciò che è accaduto si deve al fatto che il processo di pace si è bloccato e Israele costruisce, nei fatti, l’apartheid in cui i palestinesi, senza diritti, sono soggetti a varie forme di arbitrio. «Ci sono i muri, non “il muro”, a fare da cintura per i bantustan palestinesi e gli insediamenti dei coloni, connessi tra loro da strade separate che, a volte, viaggiano parallele, solo che quella per gli israeliani è un’autostrada, l’altra è disseminata di check-point. Questo vuol dire che quella di “due popoli due stati” non è l’ipotesi di Tel Aviv, ed in questo contesto, l’offensiva su Gaza è «un massacro con centinaia di vittime perpetrato da uno stato occupante. I razzi di Hamas sono solo un pretesto. Le reali motivazioni sono dettate dalla campagna elettorale in corso in Israele e, posto che ci fosse, dalla volontà di rendere impossibile che la nuova amministrazione Usa possa chiedere semplicemente il rispetto dei patti». E’ per questo che l’Anp ha abbandonato il tavolo e che ora al disastro umanitario si aggiunge la destabilizzazione dell’area, «il rafforzamento dei due fronti integralisti, quello arabo e quello israeliano». Si deve a ciò l'urgente mobilitazione invocata da Ferrero ed è per questo che in tale situazione l’equidistanza non regge: «La guerra rafforza Hamas e chi sostiene il conflitto di civiltà. Come nella guerra del Golfo. E’ la riapertura del fronte che pensavamo chiuso con la sconfitta di Bush» Le manifestazioni di oggi Oggi manifestazioni e presidi di solidarietà con il popolo palestinese: alle 16 in piazza della Repubblica a ROMA; dalle 15 a Porta Venezia a MILANO; alle 17 in piazza Prefettura a BARI; alle 14 alla stazione ferroviaria a VICENZA; alle 15.30 in piazza Nettuno a BOLOGNA; alle 16 in piazza Garibaldi a PARMA; in corso Giulio Cesare a TORINO; alle 17 in piazza XX Settembre, di fronte al Comune, a PISA. . Condividi