di Laura Ciurnelli Legambiente di Perugia Fra gli interventi previsti dalla Provincia di Perugia per ripristinare la funzionalità idraulica del Tevere è compresa anche l’area di San Martino in Campo, a sud del territorio comunale. Un’area che finora è rimasta completamente fuori da qualsiasi intervento pubblico ascrivibile alla realizzazione del parco fluviale territoriale, fermo da sempre a Balanzano. Si è sempre preferito intervenire nell’area dei Ponti più antropizzata e, quindi, più sensibile e a rischio. Così l’asta del fiume ricadente nella IX Circoscrizione è stata sempre abbandonata a se stessa. In balia a ditte locali specializzate nella lavorazione di materiale litoide per l’edilizia, che sono intervenute nel tempo massicciamente con attività di cava. Lasciando poi a cielo aperto le cavità prodotte via via riempite dagli scarti della lavorazione. Fino al deposito illegale di migliaia di tonnellate di rifiuti solidi urbani negli anni ’80 dall’allora impresa Cecchini,oggi GE.SE.N.U. “Tombati”,come si disse,con tutto il materiale inerte derivato dalla demolizione del Poligrafico Perugina,per la realizzazione del centro direzionale di Fontivegge. Nel periodo successivo alla chiusura dell’inceneritore di Ponte Rio e prima dell’apertura della discarica di Pietramelina. Materiale che anche adesso rappresenta una miniera di rischio ambientale,visto che,ad esempio,occorrono dai 500 ai 1000 anni per degradare lattine di alluminio e bottiglie di vetro. Mentre bottiglie di plastica e polistirolo resistono indefinitivamente. Inoltre ancora oggi vaste aree demaniali sono occupate da attività private e le sponde, invase da vegetazioni infestanti,che nascondono piccole discariche e rendono il fiume invisibile e ostile. Ricettacolo anche di effluenti liquidi di provenienza civica e zootecnica. Quindi, ben venga l’azione della Provincia, purchè rispetti l’equilibrio di un ecosistema fluviale molto delicato e stressato. Anche se, forse, il sacro fiume non riacquisterà più l’iridescenza con cui si offrì agli occhi del padre Enea oltre 3000 anni fa! Condividi