di Nicola Bossi Dopo l'abitazione, è alla spesa alimentare che gli umbri riservano la fetta maggiore dei propri redditi destinati al consumo con una percentuale vicina al 19 per cento ed un valore che è salito a 467 euro al mese. E' quanto emerge da uno studio della Coldiretti sulla base dei dati Istat dai quali emergono forti variazioni a seconda della tipologia della famiglia e della condizione professionale della persona di riferimento. La busta della spesa alimentare - sottolinea la Coldiretti - pesa soprattutto sui soggetti con redditi bassi come le coppie o persone sole con piu' di 64 anni (21,9 per cento della spesa totale) e sulle coppie con tre o piu' figli (21,9 per cento), mentre per quanto riguarda la condizione professionale sono i pensionati o ritirati dal lavoro (21,1 per cento) e gli operai (20,3 per cento) a sentire gli effetti dei rincari dei prezzi. Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di una evidente dimostrazione che i rincari che si sono verificati nel settore alimentare con aumenti record per prodotti base come pane (+ 12,6 per cento), la pasta (+ 8,6 per cento), il latte (+7,7 per cento), la frutta (+ 4,8 per cento), la carne (+ 3,5 per cento) hanno effetti sul carovita e necessitano di un intervento. Nel 2007 in Umbria se complessivamente la spesa alimentare è rimasta invariata (+ 0,1 per cento) le quantità portate a casa dalle famiglie per effetto dell'aumento dei prezzi si sono ridotte dell'1,3 per cento con piu' pollo, frittata e acqua mentre calano pane, pasta e vino. Condividi