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PERUGIA - Ha preso ufficialmente il via ieri, lunedì 22 dicembre, il progetto regionale “Non si tratta 2”, rivolto alla emancipazione e al recupero delle vittime di pratiche di riduzione in schiavitù o di tratta di persona. Il progetto, che, è facile prevedere, sarà principalmente chiamato a combattere lo sfruttamento della prostituzione, opera nell’ambito della legge 228 dell’agosto 2003, che ha sostituito i vecchi articoli del codice penale per la punizione di questa particolare tipologia di reati contro i diritti delle persone ed è finanziato dallo Stato per una somma pari a 45.700euro e cofinaziato dalla Regione e dai Comuni di Perugia e Terni nella misura, rispettivamente di 13.199, 6.425 e 5.000 euro. Il progetto sarà “gestito” dall’Opera Pia Istituto Crispolti” e dalla “Associazione di volontariato S. Martino” con i quali la Regione ha deciso di sottoscrivere una convenzione. Le vittime di sfruttamento sessuale, lavorativo o costrette a pratiche mortificanti della loro dignità di esseri umani (accattonaggio ecc.) saranno “aiutate” ad emanciparsi attraverso la presa di coscienza della loro condizione, la fornitura per un certo periodo di tempo di vitto, alloggio, assistenza sanitaria, sociale e altri servizi. Saranno formati operatori e curate azioni di sensibilizzazione e comunicazione. “La riduzione in schiavitù, la tratta delle persone, lo sfruttamento della prostituzione – ha detto l’assessore Stufara, relatore in Giunta regionale sul provvedimento che finanzia il progetto – hanno purtroppo registrato, negli ultimi anni, un grande impulso, principalmente come prodotto di una mondializzazione dell’economia che è stata alla radice di guerre e crisi di equilibri regionali e planetari i quali hanno, a loro volta, prodotto l’impoverimento di molti paesi, vaste aree del mondo e di un numero ingente di popolazioni. Le istituzioni pubbliche più avanzate, insieme alle associazioni del volontariato e alle organizzazioni cattoliche più impegnate nel sociale, sono in prima fila, nel mondo, in Italia e in Umbria, nella lotta per i diritti umani e delle persone. Esse hanno consapevolezza che il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione, che ha raggiunto, anche nelle nostre città, livelli non oltre tollerabili e dimensioni inaccettabili, va combattuto non con la repressione verso le donne che ne sono vittima, ma aiutandole ad emanciparsi dalla schiavitù che è loro imposta dalle organizzazioni criminali contro le quali – ha detto Stufara – va sul serio usata la mano pesante. Il nostro progetto, per modesto che sia, vuole andare in questa direzione”. Condividi