dottorini.jpg
PERUGIA - “Non conosciamo nel dettaglio le deliberazioni della Giunta regionale riguardo al Piano di dimensionamento scolastico. Riterremmo tuttavia molto grave se si fosse immaginato di modificare quanto deliberato dalla provincia di Perugia impedendo l’indirizzo scientifico a Città di Castello”. E’ quanto scrive, in una nota, il capogruppo dei Verdi e Civici, Oliviero Dottorini commentando “le indiscrezioni che individuano tra le deliberazioni della Giunta regionale il mancato trasferimento dell’indirizzo tecnologico dall’Iti al Liceo classico di Città di Castello”. “Come gruppo dei Verdi e Civici – sottolinea - abbiamo sostenuto e continueremo a sostenere la legittimità della scelta di un polo liceale per Città di Castello, nella convinzione che ciò, non solo non toccherebbe la stabilità dell’Istituto di istruzione superiore di Umbertide, ma renderebbe fattibile un piano formativo su base comprensoriale in grado di soddisfare al meglio le esigenze di tutti gli studenti altotiberini”. “Come abbiamo spiegato più volte – aggiunge Dottorini - non è pensabile che la quarta città dell'Umbria rimanga priva dell'asse dei licei e sarebbe inconcepibile vedere vanificate le istanze di tante famiglie assieme alle quali, in un buon lavoro di squadra tra diverse istituzioni, è stata sostenuta la richiesta della creazione di un polo liceale attraverso l’attivazione di un corso di liceo scientifico”. Per l’esponente del Sole che Ride “qualcuno tende a trasformare questa vicenda in una prova muscolare che contrappone comune a comune, in una disputa che travalica lo specifico dell’offerta formativa in Umbria. Un atteggiamento autolesionista e penalizzante che mi auguro sia ancora possibile correggere, riportando un po’ di buonsenso in determinazioni incomprensibili. Altrimenti, – conclude - per quanto ci riguarda, questa proposta, per come ci viene prospettata, risulta irricevibile ”. Vada a finire per un verso o per l'altro, possiamo comunque concludere come queste diatribe, che pongono in conflitto i diversi territori, ognuno dei quali aspira giustamente a vedersi riconosciuto il diritto di mantenere, e far crescere ancora, le istituzioni scolastiche che vi operano, siano la diretta conseguenza delle scelte compiute dal governo Berlusconi ed imposte al Paese attraverso la riforma che porta il nome del ministro Gelmini. Nella foga polemica che imperversa anche in Umbria e nella quale si inseriscono a fini apertamente speculativi anche le forze politiche che questo stato di cose hanno determinato, si tende purtroppo a sottaciere, se non addirittura a dimenticare, chi ha commesso il "peccato originale" e che di questo peccato dovrebbe pagare tutte le conseguenze. Questo per dire che chi si presta ad alimentare oltre misura questa polemica, ponendo un'istituzione locale contro un'altra istituzione locale, si presta obiettivamente al gioco di chi ha interesse a mischiare le carte per confondere le idee ai cittadini. Condividi