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Negli ultimi giorni la dura presa di posizione della Federcaccia Umbra rispetto all’aumento della tassa regionale sulla caccia paventato dalla Regione dell’Umbria, in conseguenza dell'articolo 23 della Legge 157/92, ha acceso un forte dibattito sull’ utilizzo del gettito derivante da questo prelievo. L’associazione più rappresentativa dei cacciatori umbri chiede infatti che i fondi regionali ottenuti con la tassa vengano direttamente “ girati ” ai tre Ambiti Territoriali di Caccia ( 2 nel perugino e 1 nel ternano) senza passare prima per le due provincie così da assicurare una gestione del territorio e della fauna più efficiente e razionale. Un duro affondo è stato portato nei confronti della Provincia di Terni,accusata, dalla Federcaccia, di trattenere quasi l’intera somma di spettanza dell’ATC Tr 3 compromettendone di fatto il funzionamento. Pronta è stata la replica dell’Assessore Provinciale con delega alla “caccia” della Provincia di Terni Gianni Pelini che giudica “ stupefacenti “ le affermazioni di Federcaccia. “Da sempre –sottolinea l’ Assessore in una nota- la Provincia di Terni ha portato avanti la linea politica secondo la quale va immessa nel territorio agro-silvo-pastorale fauna selvatica (lepre e fagiano) riprodotta nei propri centri e nei recinti, oltre ovviamente, ai capi catturati nelle zone protette. Sulla base di questa scelta, tra l’altro condivisa da tutte le Associazioni venatorie, ha utilizzato per tale scopo gran parte delle risorse di cui alla delega. L’Amministrazione di Palazzo Bazzani, con atto di Consiglio –prosegue Pelini- ha approvato il Bilancio di Previsione dell’A.T.C. n.3 Ternano Orvietano, con il quale ha erogato all’A.T.C. le sole spese di funzionamento previste dal Regolamento Regionale n.19, e naturalmente trasferisce sempre all’A.T.C., per interventi di ripopolamento sul territorio destinato alla caccia programmata, un elevato numero di capi di selvaggina allevata allo stato naturale o semi naturale, per la cui riproduzione spende ogni anno oltre 200mila euro, trattandosi di esemplari di qualità decisamente superiore rispetto ai capi di specie lepre e fagiano acquistati dagli allevamenti. Condividi