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PERUGIA - Antiquarium Comunale di Baschi e’ il titolo del volume, presentato ieri (19 dicembre) presso il salone d’onore di Palazzo Donini della Regione Umbria a Perugia, alla presenza dell’Assessore regionale alla cultura Silvano Rometti, del Sindaco di Baschi Isauro Grasselli, di rappresentanti della Soprintendenza ai beni archeologici dell’Umbria, dell’Università degli Studi di Perugia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e di Daniele Manacorda, professore di Metodologia della Ricerca archeologica nell’Università Roma Tre. Rometti ha sottolineato come “l’attenzione su iniziative volte alla valorizzazione del nostro patrimonio stia crescendo in Umbria sempre di più e inoltre come il Comune di Baschi abbia voluto credere alle potenzialità delle iniziative volte in questa direzione”. Il volume, che fa parte della collana del Catalogo Regionale dei Beni Culturali dell’Umbria (Electa Editori Umbri Associati, Perugia 2008), è a cura di Margherita Bergamini, docente di Metodologia della Ricerca archeologica nell’Università degli Studi di Perugia e assessore alla cultura del Comune di Todi (con testi Margherita Bergamini, Massimiliano Gasperini, Marcello Gaggiotti, Natalia Nicoletta, Elena Salvo, Sara Speranza). Il Catalogo è il 72° della Collana avviata nel 1987 e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. L’Antiquarium Comunale di Baschi, ospitato nel Palazzo Comunale, è stato realizzato nel 2000 grazie a finanziamenti comunitari, e recentemente ampliato grazie a finanziamento della Regione Umbria, come sede espositiva dei reperti archeologici dello scavo di Scoppieto, che l’Università ha avviato nel 1995 sotto la direzione di Margherita Bergamini e rappresenta il frutto di un progetto di ricerca dell’Università, sostenuto dalla Regione Umbria nell’ottica di una politica di valorizzazione del territorio del Parco del Tevere. Il volume illustra fedelmente l’allestimento museale della raccolta, interamente incentrato sul territorio di Baschi nell’antichità e in particolare sul sito di Scoppieto, la cui storia è strettamente legata al Tevere e presenta una caratteristica del tutto particolare in quanto nasce mentre è ancora in corso la ricerca sul campo, che ha prodotto gli oggetti descritti ed esposti nelle belle vetrine. Vi trovano spazio praticamente tutti gli oggetti esposti, studiati con rigore scientifico e raggruppati per classe di appartenenza, mentre l’ottima qualità dell’apparato grafico e fotografico che correda ciascuna scheda rende particolarmente gradevole l’impaginato. Il volume risulta di agevole consultazione e può ben rispondere anche alle esigenze di un pubblico di “non addetti ai lavori”, avendo il pregio di prestarsi a più livelli di fruizione. Scheda illustrativa Secondo Daniele Manacorda, professore di Metodologia della Ricerca archeologica nell’Università Roma Tre, illustra fedelmente l’allestimento museale della raccolta, interamente incentrato sul territorio di Baschi nell’antichità e in particolare sul sito di Scoppieto. L’esposizione si apre con pannelli didattici sui rinvenimenti archeologici verificatisi nei secoli scorsi nel territorio compreso nei limiti amministrativi del Comune; segue l’esposizione di oggetti rinvenuti nel corso dello scavo archeologico della manifattura ceramica di età imperiale di Scoppieto (elementi fittili relativi alla fornace, strumenti di lavorazione di metallo e di osso, matrici, punzoni, ecc.) che hanno l’obiettivo di illustrare il ciclo di trasformazione dell’argilla e la produzione di ceramiche fini, dalla estrazione della materia prima alla modellazione e decorazione, alla cottura. Si tratta peraltro di oggetti, tra cui in particolare le matrici, assai rari e di grande importanza, mai ritrovate in Italia in scavi sistematici. L’esposizione culmina con una ricca esemplificazione delle tipologie dei vasi di terra sigillata e delle lucerne realizzati nelle officine attive nel quartiere artigianale. Ampio spazio è dedicato anche ai commerci, che erano alla base della produzione e che avvenivano prevalentemente per via fluviale, avvalendosi del bacino idrografico del Tevere. La sezione dedicata alla manifattura di terra sigillata italica e lucerne è il fulcro del percorso espositivo; esso, però è concepito come un viaggio che attraversa tutto il lungo arco cronologico in cui il sito di Scoppieto fu frequentato (da fine IV-inizi III sec. a. C. a fine IV-inizi V sec. d. C.), e che è efficacemente sintetizzato dai rinvenimenti monetali. Ecco perché l’itinerario di visita prosegue con le vetrine dedicate alla ceramica a vernice nera, alla terra sigillata africana, alla ceramica comune, all’opus doliare, ai marmi, agli elementi metallici, ai vetri, cioè a tutti gli oggetti utilizzati quotidianamente da quanti a Scoppieto vissero tra l’età repubblicana e la tarda età imperiale. In Antiquarium Comunale di Baschi trovano spazio praticamente tutti gli oggetti esposti, raggruppati per classe di appartenenza. Un testo introduttivo illustra ciascuna classe, mentre le schede dei reperti forniscono informazioni chiare ed approfondite sui manufatti esposti nelle vetrine; inoltre l’ottima qualità dell’apparato grafico e fotografico che correda ciascuna scheda, indispensabile elemento scientifico, rende particolarmente gradevole l’impaginato alleggerendolo. Il volume risulta di agevole consultazione e perciò può ben rispondere alle esigenze di un pubblico di “non addetti ai lavori”, ed ha al contempo ha il pregio, niente affatto secondario, di prestarsi a più livelli di fruizione. Il rigore delle schede, il dettaglio dei dati tecnici e di confronto, nonchè il buon grado di approfondimento di alcune tematiche, soprattutto nelle sezioni introduttive, ed i puntuali riferimenti alla bibliografia, anche molto recente, conferiscono infatti al catalogo un innegabile spessore scientifico, tale da soddisfare le richieste degli specialisti. Tra i cataloghi della collana dedicata ai Beni culturali dell’Umbria, il cui prestigio può a ragione essere riconosciuto a 21 anni dalla sua nascita nel 1987, Antiquarium Comunale di Baschi presenta una caratteristica del tutto particolare in quanto nasce mentre è ancora in corso la ricerca sul campo, che ha prodotto gli oggetti descritti ed esposti nelle belle vetrine. Esso è inoltre l’espressione del risultato dell’azione sinergica particolarmente proficua tra tutti gli enti che operano sul territorio, l’ente di ricerca, l’ Università degli Studi di Perugia, in particolare il Dipartimento di Scienze Storiche al cui interno opera il responsabile del progetto, Margherita Bergamini con i suoi collaboratori, gli enti locali, Regione Umbria (Assessorati alla Cultura, all’Agricoltura e Foreste e all’Ambiente), Provincia di Terni, Comune di Baschi, ai quali si è affiancato il sostegno di privati, Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, per quanto riguarda le attività di scavo e valorizzazione dell’Antiquarium, e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, per l’attività di ricerca. Il Catalogo nasce con un duplice obiettivo, divulgativo e scientifico: mostrare al pubblico l’esito degli interventi di valorizzazione operati sul territorio e “fare il punto della situazione” sui risultati scientifici fino ad ora conseguiti dalla ricerca sul campo offrendo un quadro di sintesi delle classi di manufatti rinvenuti e delle varie fasi della frequentazione antica individuate nel sito. Non è usuale che la realizzazione di Musei per l’esposizione di materiali prodotti da attività di scavo e del relativo catalogo a stampa vedano la luce mentre la ricerca scientifica è ancora in fieri. Non è usuale, ma segno di grande onestà intellettuale. Condividi