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Nell'incredibile tentativo di diminuire le loro responsabilità rispetto alla grave crisi morale che ha coinvolto il loro partito, i dirigenti del Pd hanno obiettato che in fondo in fondo, governando il 75% delle amministrazioni locali del Paese, quanto è accaduto sarebbe una misera cosa, un fenomeno quasi naturale che non metterebbe minimamente in discussione lo stato di salute di una forza politica i cui rappresentanti nelle istituzioni sono per la gran parte onesti. Come dire, si tratta di inezie, bruscolini o poco più, che non vanno enfatizzati più di tanto. Noi non la pensiamo affatto così, intanto perché ci ostiniamo a ritenere che chiunque ambisca a governare il Paese debba essere immune da qualsiasi macchia, anche la più piccola, e poi perché, a ben guardare, gli incresciosi episodi che sono oggetto di indagine da parte della magistratura non sono poi così sporadici e lievi, avendo finora pesantemente investito ben 5 regioni presiedute da governatori di provenienza Pd (Calabria, Molise, Abruzzo, Campania e Toscana), non inserendo in questo mazzo, a voler essere buoni, la nostra Umbria sulla quale pure si è addensata qualche ombra minacciosa: vedasi Terni, Perugia e la sua Provincia, tanto per citarne alcune. Insomma, se ragionassimo in termini di percentuale vedremmo che magagne assai brutte sono comparse in una discreta quantità di regioni a guida Pd e, già che siamo in tema, ci si permetta di esprimere un’altra considerazione che prima di noi, ed assai più autorevolmente di noi, sia pure ricorrendo ad altri termini, ha espresso il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, alloquando ha invocato l’azzeramento della Giunta di Napoli. In tutte queste realtà il Pd non governava da solo, ma in coalizione con altre forze politiche, ad esempio anche con il Prc, anche se questo partioto ha ed aveva nelle giunte responsabilità infinitamente minori. Allora ci domandiamo: come mai i fulmini della magistratura hanno finito per colpire solo ed unicamente i presidenti, i sindaci e gli assessori del Pd? Non una volta che nella rete di intercettazioni compromettenti intessuta dai magistrati ci sia rimasto impigliato qualche pesciolino di “razza” diversa, diciamo di Rifondazione Comunista o dei Comunisti italiani, per esempio. Questo fatto vorrà pur dire qualcosa! E già che ci siamo ci si spieghi anche come mai, assai spesso, accanto ai nomi di provenienza Pd compaiano anche quelli di esponenti locali e nazionali del Pdl, quanto basta per far dire a chi non discerne responsabilità da responsabilità che ormai destra e sinistra sono la stessa cosa, perché entrambe si ritrovano insieme quando c'è da fare soldi. No, cari amici, noi vogliamo liberarci da questa trappola mortale per ristabilire un rapporto vero e diretto con il popolo della sinistra. Rinneghiamo per questo ogni asse preferenziale con il Pd fondato unicamente su un malinteso e patriottico spirito di coalizione che non sia basato su valori condivisi ed affermiamo che non si può più accettare di stare insieme con chi non accetta che le coalizioni per governare anche il più piccolo e sperduto dei comunelli si formino attorno a programmi chiari e condivisi, formulati nell’interesse esclusivo degli amministrati ed affidati, per la loro realizzazione, ad uomini esenti da ogni tentazione di compromesso con un potere economico altamente corruttivo. Diciamo anche che è arrivata l’ora di smascherare il bipolarismo tenacemente perseguito dal Pd e dal Pdl. Dicevano che serviva all’Italia ed ora constatiamo che è servito solo a loro: un bipolarismo degli affari, anzi degli sporchi affari. Condividi