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PERUGIA - Dal convegno regionale indetto dalle tre sigle sindacali CGIL, CISL, UIL si può evincere un sostanziale accordo sulle linee guida del piano regionale di gestione dei rifiuti, votato dalla Giunta Regionale, e una giusta preoccupazione sul ruolo e sulla riqualificazione degli attuali circa mille operatori del comparto. Poco è stato detto sulla chiusura del ciclo: “[….] CGIL, CISL, UIL sono per una soluzione impiantistica dedicata tecnologicamente molto innovativa, a basso impatto ambientale e non rischiosa per la salute delle persone e degli animali […]”. Sulla base del documento distribuito ai partecipanti, il Partito della Rifondazione Comunista rilancia con maggiore convinzione e forza il proprio progetto sulla gestione dei rifiuti e i suoi punti qualificanti che nella loro sostanza determinano ricerca, sviluppo, lavoro e occupazione di qualità e una chiusura del ciclo che non prevede inceneritori o altri impianti pensionabili e da riciclare, ma tecnologia di alto livello, flessibile e a minore impatto possibile, che non guardi al passato ma punti decisamente al futuro e che dia finalmente dell’Umbria un’immagine di avanguardia. Abbiamo letto e ascoltato mirabolanti operazioni di innovazione che prevedono la chiusura del ciclo bruciando tutto nei cementifici; forse alcuni dimenticano che abbiamo cambiato millennio e che ogni cosa ha la sua destinazione, il suo tempo e il suo specifico uso. Grave sarebbe se ad affermare questo fosse chi dovrebbe invece promuovere l’innovazione e lo sviluppo; ma nel nostro Paese la gerontocrazia la fa da padrone! Due parole anche per i grandi sostenitori degli inceneritori, fra i quali, purtroppo, si annoverano anche pseudo-ambientalisti dell’ultima ora. Nessuno mai ci spiega quale sia il destino delle ceneri che gli inceneritori producono in grande quantità e sulla cui pericolosità molto si potrebbe dibattere, ma per le quali lo smaltimento consiste nella loro inertizzazione e il conferimento in discariche di tipo B al momento non presenti sul nostro territorio. Non parliamo poi delle emissioni di nano particelle e di altri fumi; un annoso e stucchevole questione, quanto grave e sconosciuto problema. Visto che le indicazioni europee conferiscono alle discariche, nel breve periodo, un ruolo sempre più marginale fino ad arrivare al loro totale superamento, il PRC pone di nuovo l’accento sulle problematiche della gestione rifiuti e rimette sul tavolo la propria proposta. In sintesi i punti caratterizzanti: Riduzione a monte della quantità (imballaggi, contenitori, ecc.); Raccolta differenziata con porta a porta sostenuta da innovazioni tecnologiche; Tracciabilità dei rifiuti; Premialità per chi differenzia; Trattamento e commercializzazione del differenziato nei parchi di rivalorizzazione dei materiali; Chiusura del ciclo con impiantistica vocata dimensionata a seconda delle necessità, scelta sulla base di un bando di gara europeo; Separazione delle competenze tra le imprese alle quali verrà affidato il trattamento del differenziato e quelle dedicate al trattamento dell’indifferenziato; Gestione razionale e a basso impatto ambientale della movimentazione dei rifiuti (mezzi elettrici, trasporto su ferro, ecc.). Quindi il PRC ribadisce una chiara e forte avversione all’ipotesi inceneritore e una totale adesione ad ogni buona pratica che sia capace di trasformare quello che viene considerato un problema in una risorsa capace di sviluppare occupazione di qualità e di diffondere una nuova cultura ambientale. Condividi