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Come scritto qui (http://www.umbrialeft.it/node/12258) è stata approvata questa mattina dal Consiglio regionale la legge sullo sviluppo, la competitività e l'innovazione del sistema produttivo umbro. La legge ha recepito al suo interno una importante modifica voluta da Rifondazione (nello specifico dai consiglieri Lupini e Vinti) che riguarda la costituzione dei poli industriali d'eccellenza. Ecco la dichiarazione di Vinti all'assemblea. “Si tratta di una legge rilevante e innovativa, di una risposta alla crisi economica che parte dal sostegno al nostro apparato produttivo introducendo politiche che aiutano le piccole imprese a compiere il salto dimensionale e a creare reti produttive. Abbiamo proposto, ed è stato recepito dal disegno di legge della Giunta, la creazione di Poli industriali di eccellenza, intesi come capacità di creare e rafforzare i fattori di competitività grazie a progetti comuni tra soggetti politico istituzionali e attori economici. Servono politiche pubbliche in grado di modificare la specializzazione produttiva di un modello di sviluppo finora puntato in prevalenza sul settore edilizio e che produce uno spreco della forza lavoro, un sottoutilizzo delle risorse disponibili, un utilizzo irregolare di pensionati e immigrati, una forte presenza di lavoratori precari e a tempo determinato [gli occupati con lavoro a tempo temporaneo, nel 2006, ammontavano al 15,2 per cento del totale]. Il sistema Umbria deve ora fare i conti con una crisi economica molto grave, che vede interi settori produttivi e interi territori messi in discussione e pagare la debolezza causata dallo sviluppo di un sistema economico basate su multinazionali e medie imprese che hanno puntato sull'innovazione senza avere alcun impatto sul sistema produttivo regionale [la produttività complessiva, il valore aggiunto per unità di lavoro, del sistema Umbria risulta mediamente di 10 punti percentuali al di sotto della media nazionale]. Le imprese umbre, che pure hanno beneficiato di consistenti finanziamenti pubblici, non hanno investito in ricerca e innovazione anche a causa della eccessiva dipendenza del nostro sistema produttivo dal settore delle costruzioni che rappresenta circa il 10 per cento (se si considerano anche cave e cementifici) dell'economia umbra. Condividi