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PERUGIA – Sulla controversa questione della “indennità di vacanza contrattuale” per il pubblico impiego, si sono ripetute non poche prese di posizione da parte di esponenti politici di centro destra che hanno accusato esplicitamente le amministrazioni locali umbre di sabotaggio dell’accordo firmato dal ministro Brunetta con Cisl, Uil e Ugl con il quale, a dire dell’esponente del governo ai lavoratori sarebbero dovute entrare in tasca mediamente 165 euro ogni mese. Perché questo accordo non viene ancora applicato in Umbria? Era la domanda retoricamente rivolta agli amministratori di sinistra, e giù polemiche infinite per questo presunto sabotaggio all’accordo, a fare piazza pulita delle quali, dimostrandone così ampiamente la strumentalità, ci pensa oggi Ivano Fumanti, segretario provinciale della Funzione Pubblica Cgil di Perugia, che in un suo comunicato ci spiega pazientemente come “L’erogazione di tale indennità è possibile solo ed esclusivamente in presenza di un accordo tra le parti, che fino ad oggi è sempre stato il contratto Nazionale di lavoro. Infatti, al momento della sua sottoscrizione sono stati sempre concordati adeguamenti salariali, erogazione degli arretrati e indennità di vacanza contrattuale. Stando così le cose, gli unici lavoratori che potevano percepire tale indennità, come del resto è accaduto, sono i ministeriali e i dipendenti delle Agenzie fiscali per i quali alcune organizzazioni sindacali, ma non la Cgil, hanno ritenuto giusto sottoscrivere il nuovo Ccnl. Una scelta che ovviamente non condividiamo ma che rispettiamo e sulla quale vorremmo che i lavoratori interessati si esprimessero attraverso un referendum che come Funzione Pubblica Cgil stiamo promuovendo”. Ciò vuol dire che i “fan” di Brunetta, come li ha chiamati lo stesso Fumanti fra i quali colloca anche quanti sottoscrissero quell’accordo, chiedono, tanto per fare un esempio agli amministratori della Provincia di Perugia, di concedere queste somme ai propri dipendenti, quando ancora il contratto dei lavoratori degli Enti locali che dovrebbe regolare questo aspetto non è stato rinnovato. Cosa che se lo facessero verrebbero immediatamente perseguiti per legge. Ma la polemica del segretario provinciale Fp-Cgil non si ferma qui poiché ricorda come Brunetta e i suoi fan avessero “pervicacemente sostenuto che l'indennità di vacanza contrattuale da corrispondere ai lavoratori del pubblico impiego si sarebbe attestata su un valore medio di 165 euro. Tale cifra veniva data come indiscutibile, in quanto stimata dai validi collaboratori del ministro”. “Siccome riteniamo che il tempo della propaganda è scaduto e che nessuno può continuare ad essere preso in giro - osserva -, oggi, buste paga alla mano, possiamo affermare che, come avevamo previsto, il ministro e 'i suoi', a voler essere clementi, sbagliavano i conti”. Buste paga alla mano infatti,– dichiara sempre Fumanti – si avrebbe che “l'indennità erogata ai lavoratori delle Agenzie Fiscali che, come è noto, hanno una retribuzione media e una base di calcolo con cui si costruiscono gli aumenti contrattuali più alta di tutti i comparti del pubblico impiego, supera di poco i 90 euro lordi”. Figuriamoci per gli altri comparti – considera - e soprattutto per i lavoratori degli Enti Locali che invece hanno la retribuzione media e la relativa base di calcolo più bassa di tutti. “Quindi - è la sua conclusione - per quanto ci riguarda, a meno che non ce lo chiedano esplicitamente i lavoratori, accordi che garantiscono a malapena la copertura del costo di una colazione (e non troppo abbondante) al mattino, non li firmeremo mai. Oggi c’è bisogno di ben altro. E se veramente si ha a cuore la sorte dei lavoratori, che si cominci a dimostrarlo, rimettendo in discussione i provvedimenti con i quali il Governo ha tolto i soldi dalla busta paga e riconoscendo quanto è dovuto ai lavoratori attraverso i rinnovi contrattuali, evitando mance natalizie che con tutta sincerità lasciano il tempo che trovano. Condividi