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PERUGIA - Le esperienze e i risultati delle attivita' di ricerca, incentivate in Umbria con le risorse del Fondo sociale europeo nel periodo di programmazione 2000-2006, possono essere giudicati in modo positivo. E' quanto ha evidenziato la ricerca dell'Agenzia Umbria Ricerche (Aur), illustrata stamani nel corso del convegno alla Sala dei Notari da Anna Ascani, direttore dell'agenzia regionale. La ricerca ha preso in esame due bandi della Regione Umbria - e' detto in un suo comunicato - rivolti a giovani laureati, (bando ''Cresci'' e bando Regione Umbria) con i quali sono stati finanziati nel complesso, con assegni di ricerca o borse di studio, 382 progetti, per un totale di oltre 8 milioni di euro. Le ''ricadute'' occupazionali - riferisce la nota - sono state incoraggianti: nel caso del bando ''Cresci'' il 95% degli assegnisti, a conclusione dei loro progetti, ha dichiarato di avere trovato un'occupazione o di avere proseguito la propria attivita' di ricerca con altri assegni o borse. L'81% degli assegnisti del bando ''Regione Umbria'' ha dichiarato che il soggetto ''ospitante'' (cioe' l'impresa o l'istituto di ricerca) ha manifestato interesse per una eventuale collaborazione futura. La ricerca, in questo caso, e' stata realizzata mentre i progetti erano in corso. Sono stati ''intervistati'' anche le imprese ospitanti e i ''tutor'' scientifici degli assegnisti circa l'impulso che le loro attivita' di ricerca possano avere ricevuto dai progetti realizzati. Le risposte sono state ''positive''. Il 76% di coloro che, dopo aver vinto il bando, hanno rinunciato al finanziamento del progetto ha dichiarato di avere conseguito un'occupazione piu' vantaggiosa. La ricerca ha ''disegnato'' la figura dell'''assegnista medio'', che ha tra i 27 e 34 anni, e' laureato in corsi del vecchio ordinamento o specialistici del nuovo (prevalenti ingegneria, biologia e agraria), ha origini umbre ed ha realizzato un progetto con un grado di innovativita' medio/alto. In sostanza, a giudizio della indagine dell'Agenzia Umbria Ricerche, ''l'occupazione, lo sviluppo della ricerca e il contribuito a frenare la 'fuga di cervelli' dall'Umbria sono stati i fattori maggiormente sviluppati''. La burocrazia e le difficolta' nel reale utilizzo dei progetti - conclude il comunicato - sono le maggiori ''criticita''' riscontrate. Condividi