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"Intimidatorio l'intervento di Napolitano e del CSM. Non c'è nessuna guerra tra procure come vorrebbero farci credere il coro dei giornali e l'intera casta politica (ad eccezione di Di Pietro). C'è un'indagine della procura di Salerno su quella di Catanzaro e una guerra della procura di Catanzaro contro quella di Salerno. Per impedire che si faccia luce su una nuova P2". Questo passaggio lo ha pubblicato il 7 dicembre MicroMega estrapolandolo da un'intervista a Marco Travaglio di cui, di seguito, riportiamo il testo dell'intervento audio di Marco Travaglio. Si è parlato da parte di tutti i giornali, praticamente a edicole unificate, di una guerra fra Procure, quella di Catanzaro e quella di Salerno, e come in tutte le guerre si è dunque auspicato e immediatamente verificato quello che è stato presentato come un intervento, come dire, di peacekeeping da parte del Capo dello Stato e del Consiglio Superiore della Magistratura che hanno messo sullo stesso piano, se non addirittura messo su un piano più negativo la Procura di Salerno rispetto a quella di Catanzaro e poi hanno deciso pilatescamente secondo alcuni, o salomonicamente secondo altri, di cacciare dalle loro sedi il Procuratore Capo di Salerno e il Procuratore Generale di Catanzaro che erano visti come i massimi protagonisti di questo cosiddetto scontro o guerra fra Procure e i giornali, insieme all’intera classe politica, se escludiamo Di Pietro, e all’intero fronte dell’informazione anche televisiva e di tutti hanno applaudito per questo pronto e tempestivo intervento atto a sedare la rissa e a spegnere i fuochi. In realtà non c’è nessuna guerra fra Procure, o meglio, non c’è nessuna guerra da parte della Procura di Salerno nei confronti di quella di Catanzaro, c’è un’indagine della Procura di Salerno nei confronti di quella di Catanzaro, mentre effettivamente c’è una guerra della Procura di Catanzaro contro quella di Salerno, visto che Catanzaro non è competente sugli eventuali reati commessi a Salerno, mentre Salerno è competente sugli eventuali reati commessi a Catanzaro, quindi siamo di fronte a un vigile urbano che fa la multa a qualcuno che ha parcheggiato in divieto di sosta e quello che ha parcheggiato in divieto di sosta sfila il portafoglio al vigile che gli ha fatto la multa e gli porta via i soldi corrispondenti alla multa. Non è naturalmente questa una guerra fra il vigile e il parcheggiatore abusivo, ma è invece una doverosa multa e una inaudita reazione illegittima e forse anche illegale da parte di quello che ha parcheggiato in divieto di sosta. Presentata così la vicenda avrebbe illuminato immediatamente l’opinione pubblica, facendole fra l’altro capire che per fortuna la magistratura non è una casta, visto che al suo interno si trovano ancora magistrati che quando hanno notizie di reato a carico di altri magistrati, invece di chiudere gli occhi e di voltarsi dall’altra parte le approfondiscono e assumono le decisioni conseguenti che sono naturalmente quelle previste dalla legge, la Procura competente per i reati commessi a Catanzaro notifica avvisi di garanzia a coloro che questi reati avrebbero commesso e avendo necessità di acquisire carte, chiede queste carte, e nella fattispecie la Procura di Salerno ha chiesto da febbraio a oggi per sette volte il fascicolo Why Not che era stato scippato al titolare De Magistris da parte del Procuratore Generale, con una mossa che secondo la Procura di Salerno è illegittima e illegale, tant’è che celerebbe addirittura una corruzione giudiziaria per salvare alcuni imputati eccellenti dell’indagine Why Not, la Procura di Catanzaro con mille scuse ha negato sette volte ai colleghi di Salerno competenti quelle carte, e alla fine i colleghi di Salerno giustamente sono andati a Catanzaro a prendersele con un provvedimento previsto dalla legge, provvedimento tra l’altro di ordinaria amministrazione giudiziaria, il sequestro di carte in originale come succede continuamente in uffici pubblici di ogni genere. Il sequestro delle carte è stato accompagnato da perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni di questi magistrati alla ricerca di chiavi elettroniche, di pen-drive, di file su computer anche privati, il che spiega l’eventuale – ma ancora tutta da verificare – perquisizione corporale di cui si sono lamentati alcuni magistrati di Catanzaro che hanno detto con grande scandalo di essersi addirittura dovuti levare il pigiama che indossavano al momento della perquisizione, se uno cerca un pen-drive e non lo trova verifica che non sia nascosto da qualche parte negli indumenti delle persone, questo succede continuamente e se l’avessero fatto per una persona sospettata di spaccio di droga nessuno si sarebbe meravigliato, anzi, si sarebbe meravigliato del contrario e non si vede per quale motivo ci sia da scandalizzarsi, si fa una perquisizione corporale – ammesso che sia stata fatta – nei confronti di magistrati accusati, ripeto, di corruzione in atti giudiziari, cioè di avere venduto le proprie funzioni giudiziarie per interessi privati di imputati eccellenti. Questa è l’ipotesi accusatoria, un’ipotesi talmente grave che mi meraviglio che ci si scandalizzi per la perquisizione e non ci si scandalizzi invece per l’ipotesi accusatoria che è addebitata a diversi magistrati di Catanzaro. In ogni caso questo è il contesto, un’indagine legittima, doverosa, prevista dalla legge, imposta dalla legge che nasce da un fatto molto preciso, e cioè che a Catanzaro c’era un Pubblico Ministero, completamente isolato nel suo ufficio da colleghi e superiori, che ha condotto tre indagini particolari, di particolare importanza, che si chiamano Toghe Lucane, sui malaffari ipotizzati e denunciati da magistrati lucani nei loro uffici giudiziari, da Potenza ad altre sedi, indagini che tra l’altro poi hanno portato addirittura ad arresti di magistrati lucani e trasferimenti d’ufficio da parte del CSM, quindi sicuramente non un’indagine cervellotica e campata in aria, perché già convalidata da provvedimenti, e giudiziari e anche disciplinari. Quell’indagine era condotta da De Magistris il quale poi ne ha condotta un’altra a proposito di una decina di depuratori che avrebbero dovuto essere costruiti in Calabria per ripulire il mare sporco, che è una delle ragioni per cui il turismo è fermo in una zona tipicamente turistica e marina come la Calabria, depuratori che sono stati finanziati dall’Unione Europea con credo 800 milioni di euro e che poi non sono stati costruiti perché i soldi nel frattempo sono spariti, o sono stati fatti sparire, c’è un rapporto della Corte dei Conti che certifica questa ruberia di denaro pubblico e quindi De Magistris si occupava dei profili penali di questa gigantesca truffa ai danni dell’Europa, che coinvolge politici, loro mogli, loro prestanome, loro galoppini, loro portaborse, e una serie di società fantasma costruite per incamerare i soldi e farli sparire, con il risultato di un danno erariale gravissimo e anche di un danno per l’economia della Calabria che continua ad avere il mare sporco perché non ci sono i depuratori. E poi c’era la terza indagine, quella che si chiama Why Not, che parte da alcune società che avrebbero dovuto anch’esse incamerare finanziamenti pubblici europei, regionali e statali per sviluppare attività economiche nel settore informatico e che naturalmente queste attività non sono mai partite perché anche in questo caso i denari pubblici, un’enorme fiumana di denari pubblici, sarebbero scomparsi nelle tasche dei soliti noti, e questa è l’indagine che ha come imputato principale Antonio Saladino che è il leader de La Compagnia delle Opere, in Calabria, uomo dalle mille ramificazioni e che poi ha coinvolto via via uomini dell’entourage di Prodi, fino a un’iscrizione nel registro degli indagati dello stesso Premier di allora, Prodi, per valutare l’uso di un telefono cellulare che sarebbe stato intestato a lui ma usato da suoi collaboratori che invece risultano pesantemente indagati, mentre la posizione di Prodi, a quello che si sa, era marginale ma andava indagata per vedere chi e come usava questo telefono. E poi l’indagine ha portato all’iscrizione anche dell’allora Ministro della Giustizia Mastella per i suoi rapporti con Saladino, con altri faccendieri come ex-piduista già condannato per Enimont Bisignani, come altre persone che stavano in quell’indagine e proprio alla vigilia della perquisizione nella sede Il Campanile, organo dell’UDEUR, che avrebbe potuto portare a scoprire ciò che poi L’Espresso ha rivelato, e cioè un uso privato di finanziamenti anche pubblici a quel giornale di partito da parte di Mastella e famiglia, anche questa indagine è stata tolta a De Magistris. Quella della Poseidone sui depuratori gliel’ha tolta il suo allora Capo della Procura di Catanzaro, Mariano Lombardi; quella Why Not gli è stata avocata, quindi tolta anch’essa dal Procuratore Generale, Dolcino Favi. A De Magistris è rimasta la terza indagine, quella sulle Toghe Lucane e De Magistris ha fatto in tempo, dopo essere già stato trasferito, nelle more del suo trasferimento a completare l’indagine e inviare gli avvisi di conclusione delle investigazioni ai vari indagati e poi, mentre stava scrivendo le richieste di rinvio a giudizio, da Napoli è partito l’ordine di trasferirsi subito, immantinente, dall’oggi al domani, e così De Magistris non ha potuto nemmeno scrivere le richieste di rinvio a giudizio di questa indagine e quindi nessuna delle tre indagini gli è stato consentito di concludere. Queste indagini, come sono finite o come finiranno, non sono più responsabilità di De Magistris perché non è stato lui a concluderle, cioè il titolare se l’è viste sfilare di mano durante e sul finire, il che crea un primo problema: abbiamo letto su vari giornali che De Magistris sarebbe un fumista, sarebbe un bravo ragazzo ma incapace di trovare le prove, di incastrare gli imputati sulla base di elementi seri e oggettivi, per cui sarebbe autore di ricostruzioni fantasiose oppure comunque giornalistiche di nessuna rilevanza penale, nel qual caso non si capisce per quale motivo, se è un magistrato incapace, si accaniscano tutti a togliergli le indagini mentre le sta facendo, se si è così sicuri che le indagini finiranno nel nulla, in un buco nell’acqua, e si infrangeranno davanti a regolari dinieghi dei GIP e dei Tribunali del Riesame, dei Tribunali ordinari, delle Corti d’Appello, della Cassazione… fategliele finire, così si sputtanerà da solo e potrete dimostrare che avevate ragione. Non si capisce se è così incapace per quale motivo invece di lasciarlo andare a sbattere contro i successivi gradi di giudizio gli vengano sempre tolte tutte le indagini in modo che così lui possa dire che le indagini sono finite nel nulla perché gliele avevano tolte e sono state distrutte, smembrate, svilite, sminuzzate e polverizzate dai suoi colleghi che ce l’hanno con lui. E’ totalmente incoerente quello che sta succedendo, tant’è che tanta pervicacia nel portargli via le indagini prima che le finisca fa persino pensare che non sia poi quell’incapace che si dice, perché altrimenti tutti avrebbero interesse a lasciare che vada a rovinarsi e a suicidarsi con le sue mani. In ogni caso De Magistris viene perseguitato, o perseguito – a seconda dei gusti – da ispezioni ministeriali continue che partono dal Governo di centrodestra con il Ministro Castelli, proseguono con il Governo di centrosinistra di Mastella, con Mastella al Ministero e poi si arriva al procedimento per trasferirlo d’ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale e quindi il trasferimento a Napoli da Catanzaro, con il divieto di fare il Pubblico Ministero, ma con l’obbligo di passare alla giudicante, perché appunto non è capace a fare il PM e quindi deve fare il giudice ed è incompatibile con Catanzaro ma non con Napoli. Ora, se fosse un incapace lo dovrebbero cacciare dalla Magistratura, non cambiargli la funzione e cambiargli la sede, perché se uno è incapace a Catanzaro è incapace anche a Napoli. In ogni caso lo stesso problema si pone per la Forleo che è stata dipinta praticamente come una psicopatica ed è stata dichiarata incompatibile con Milano, ma se fosse psicopatica anche lei dovrebbe essere buttata fuori dalla Magistratura, perché se uno è psicopatico a Milano, è psicopatico anche a Cremona, dove è stata destinata. In realtà se uno legge i due procedimenti si rende conto che De Magistris non è affatto un incapace e la Forleo non è affatto una psicopatica, bisognava trovare il modo di liberarsi di loro, laddove stavano facendo tra virgolette danni a quel fronte trasversale che era protagonista delle inchieste che essi seguivano, caso UNIPOL, scalate bancarie, AntonVeneta e RCS per la Forleo e le tre indagini di De Magistris in Calabria dove gli indagati erano un bel fronte trasversale che andava da destra a sinistra e che andava a toccare anche non solo la politica ma anche malaffari trasversali e massonerie varie più o meno occulte e uomini degli apparati, delle forze dell’ordine, dei servizi di sicurezza e anche della Magistratura. De Magistris, ancor prima di essere trasferito, quando comincia a finire nel mirino di colleghi, ispettori ministeriali, interrogazioni parlamentari e tutto quanto, si rivolge alla Procura competente per valutare i reati di Catanzaro, dei magistrati di Catanzaro e cioè Salerno e fa le sue denunce. Nel frattempo a Salerno si sviluppa un pellegrinaggio incessante di suoi superiori e di suoi indagati che a loro volta denunciano De Magistris accusandolo di ogni sorta di nefandezze, irregolarità, abuso di potere, eccetera. I magistrati di Salerno dunque non si occupano di Catanzaro per loro sfizio, si occupano di Catanzaro perché ufficialmente investiti da denunce di magistrati e altre persone di Catanzaro e quindi, doverosamente, non potendo ignorare le denunce perché in Italia c’è l’obbligatorietà della /sede/ penale e fanno le indagini su entrambi i fronti. Le denunce di De Magistris contro gli altri e la denuncia degli altri contro De Magistris. E dopo mesi di indagini arrivano alla conclusione che De Magistris si è comportato bene, è stato corretto, non ha commesso alcun tipo di reato o di illegalità, ha fatto bene a iscrivere Mastella nel registro degli indagati e anche era doveroso, scrivono i magistrati, che lo facesse e così vengono archiviate tutte le denunce che vengono presentate contro De Magistris, mentre invece si scopre che le denunce di De Magistris hanno un fondamento e con una mole enorme di riscontri oggettivi viene scritto il decreto di perquisizione e di sequestro probatorio della Procura della Repubblica di Salerno per andare a prendere quelle famose carte a Catanzaro. Immediatamente ovviamente la casta, o forse è meglio dire la cosca, si chiude a riccio e reagisce alla sua maniera, si comincia a seminare polveroni e a dire che c’è una guerra fra Procure, che c’è un crociato conflitto che va sanato. Perché? Perché la Procura di Catanzaro, invece di sottoporsi agli accertamenti previsti dalla legge che fa competente Salerno, si mette a strillare nella persona del Procuratore Generale Iannelli che definisce addirittura atti eversivi le perquisizioni, i sequestri fatti dai colleghi competenti su di lui, e Iannelli è indagato ovviamente per /varie/ ipotesi di reato e va in televisione a ufficializzare questo atto di insubordinazione alla giustizia e non trova di meglio che rispondere, l’autorità giudiziaria di Catanzaro, indagando per interruzione di pubblico servizio e altri reati i suoi indagatori, cioè i magistrati di Salerno che stanno compiendo gli accertamenti. Purtroppo, mentre Salerno può e deve indagare i magistrati di Catanzaro, i magistrati di Catanzaro non possono indagare i magistrati di Salerno, sia perché la competenza sugli eventuali reati commessi dai giudici di Salerno non è di Catanzaro ma è di Napoli, e quindi se uno ritiene a Catanzaro che siano stati commessi reati da magistrati di Salerno presenta un esposto contro di loro alla Procura di Napoli affinché la Procura di Napoli faccia il suo dovere. Se poi si ritiene che i reati dei magistrati di Salerno siano stati commessi a Catanzaro e quindi siano di competenza della Procura di Catanzaro, tutto può succedere, tranne che gli indagati, i magistrati indagati a Catanzaro indaghino a loro volta sui magistrati che indagano su di loro, perché è evidente quando uno è parte in causa, competenza o non competenza, comunque l’obbligo è di astenersi dall’occuparsi di vicende che lo riguardano personalmente, altrimenti questa contro-indagine sugli indagatori salernitani assume immediatamente i contorni e i sospetti di una ritorsione e di un’intimidazione. La cosa non avviene, nessuno rileva questo incredibile incrocio illegale che viene prodotto dalla decisione dei magistrati di Catanzaro, i quali arrivano addirittura a contro-sequestrare le carte che gli erano state appena sequestrate per il fascicolo di Why Not, e questa è un altro degli elementi che fa pensare che nel fascicolo di Why Not non ci siano soltanto fumisterie, perché se ci fossero fumisterie, per quale motivo negarlo sette volte su sette quando ne viene chiesta la copia da Salerno? E poi, per quale motivo bloccarne un’altra volta la visione ai colleghi di Salerno con il provvedimento di contro-sequestro? Che cos’è che non vogliono che si legga in quelle carte se sono tutte fumisterie, ricostruzioni giornalistiche, teoremi, farneticazioni di De Magistris? E’ un altro elemento che fa pensare che De Magistris non sia poi quel visionario incapace che molti o tutti hanno teso a dipingere sui giornali. A questo punto ovviamente bisogna supportare e corroborare questa leggenda metropolitana dello scontro fra Procure e cioè bisogna caricare i magistrati di Salerno per dimostrare che sono dei mascalzoni. Perché? Perché le mascalzonate che sono state fatte da quelli di Catanzaro sono sotto gli occhi di tutti, anche se nessuno… anche se tutti fanno finta di non vederle e quindi si cominciano ad inventare delle irregolarità che avrebbero commesso i salernitani. Si legge addirittura con grave sprezzo del ridicolo qualcuno imputare i magistrati di Salerno di avere scritto un ordine sequestro troppo lungo, dice, sono 1.700 pagine, sono troppe. Naturalmente nessuno ha mai stabilito di quante pagine debba essere composto un decreto di perquisizione, ognuno nei decreti di perquisizione ci scrive quello che ritiene giusto, c’è chi è più sintetico, c’è chi è più prolisso, c’è chi inserisce più elementi, chi ne inserisce di meno, ma insomma, non si capisce per quale motivo scrivere un mandato di perquisizione, ripeto, per indagare diversi magistrati e praticamente prendere d’assedio un intero ufficio giudiziario, non si capisce per quale motivo 1.700 pagine sarebbero troppe. Poi bisognerebbe leggerle quelle 1.700 pagine, sono 1.700 pagine agghiaccianti, le abbiamo messe nel blog Voglio Scendere, le ha messe nel suo blog Carlo Vulpio, sono pagine agghiaccianti e qui, ripeto, io non mi voglio occupare del fatto se De Magistris abbia ragione o abbia torto, la Procura di Salerno ritiene che abbia ragione, ne prendo atto, ma non è questo il problema. Anche dando per scontato, per assurdo, che De Magistris sia quell’incapace, incompetente e fumista che abbiamo sentito descrivere, leggiamo questa ordinanza, e vedremo che la nuova P2 prende corpo, non dalle parole di De Magistris, prende corpo dai riscontri. Qui c’è un network di potere impressionante, che consente a persone molto protette da un lato di raggiungere posizioni di potere, e dall’altro di neutralizzare ogni volta qualsiasi tentativo di metterle sotto inchiesta e di andare a vedere che cosa stanno facendo. E’ un network spaventoso che può essere chiaramente equiparato alla P2, anche se non fosse una loggia massonica, ma fosse semplicemente una banda, una gang, un’associazione. E’ impressionante la convergenza di elementi che dimostra purtroppo che cosa è diventato negli ultimi anni il Consiglio Superiore della Magistratura, che è costretto a non vedere le cose gravi e a equipararle alle altre, a quelle non gravi, è costretto a seguire anch’esso lo schema politico e giornalistico della guerra fra Procure, per continuamente coprire le proprie attività precedenti. Sono state nominate ai vertici di importanti uffici giudiziari delle persone che avevano dei gravissimi conflitti di interessi, poi vedremo se erano anche dei corrotti, ma intanto viene fuori che c’erano rapporti che avrebbero dovuto consigliare di buttare fuori dalla Calabria, non mandare lì magistrati che poi hanno raggiunto posizioni di primissimo piano a Catanzaro e che sono poi quelli che hanno isolato ed espulso De Magistris come un corpo estraneo. Quelli avrebbero dovuto essere espulsi e non avrebbero mai dovuto essere nominati e invece venivano nominati perché il CSM è diventato un luogo dove io nomino uno dei tuoi e poi tu nomini uno dei miei, e a volte viene nominato uno gradito alla destra, e poi viene nominato uno gradito alla sinistra, e magari sempre in buona fede, ma con un meccanismo del genere tu non puoi più dire, quello no perché altrimenti poi i suoi sponsor diranno a te, il tuo no. E quindi molto spesso si buttano giù anche dei bocconi amari da persone oneste e in buona fede, proprio perché il sistema della lottizzazione è diventato quello. L’ultima cosa che va detta, è che non c’è alcun motivo per essere sorpresi di quello che è accaduto. Quello che è accaduto era scritto nelle carte da un anno, esattamente un anno fa i Procuratori Verasani e Nuzzi di Salerno furono sentiti dal Consiglio Superiore che si stava occupando di De Magistris e stava decidendo se trasferirlo o meno. I due hanno avvertito il CSM dicendo, state attenti, perché la storia che è stata raccontata finora dai vertici della Magistratura calabrese su De Magistris, è tutta falsa. Noi stiamo scoprendo che ha ragione De Magistris a denunciare un complotto contro di lui da parte dei suoi superiori, tenete presente che stiamo per archiviare le denunce contro De Magistris e stiamo per attivarci, dopo avere trovato i riscontri delle denunce di De Magistris contro i suoi colleghi di Catanzaro, che sono già stati indagati, e fecero pure l’elenco dei magistrati di vertice calabresi che erano sotto inchiesta, sospettati di corruzione giudiziaria e altri abusi. Il Consiglio Superiore della Magistratura avrebbe potuto almeno fare quello che ha fatto l’altro giorno. Volevano mandare via De Magistris? Ma avessero mandato via anche coloro che l’avevano triturato, e che sono oggi stati oggetto della perquisizione e strillano contro gli atti eversivi, bene, se avessero almeno fatto pari e patta, la perquisizione dell’altro giorno avrebbe riguardato persone già trasferite o sospese dall’incarico, e non avrebbe avuto lo stesso effetto dirompente, non sarebbero andati a prenderli in Tribunale, in Procura i magistrati indagati, sarebbero andati a prenderli a casa, o in sedi diverse dopo il trasferimento. E invece erano tutti ancora al loro posto e il CSM da un anno sapeva che erano indagati per gravissimi fatti, e lo sapeva Mancino, e lo sapeva il Capo dello Stato, perché il CSM è presieduto dal Capo dello Stato e quindi il Capo dello Stato deve per forza conoscere quello che i magistrati di Salerno un anno fa hanno detto al CSM affinché si attivasse. Il CSM non si è attivato, ha ignorato quei rapporti, ha mandato via De Magistris e ha lasciato ai loro posti tutti gli indagati per avere complottato contro De Magistris. Meravigliarsi per quello che è successo adesso è veramente ridicolo. Se in 24 ore dopo l’audizione dei PM di Salerno fossero stati presi i provvedimenti che andavano presi, come sono stati presi rapidamente adesso contro i due Procuratori del presunto scontro fra Procure, probabilmente il CSM si sarebbe potuto vantare di avere proceduto a fare pulizia al suo interno. Invece ciò non è avvenuto. L’ultima cosa da dire è che lo strumento del trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale è assolutamente discutibile perché il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale può avvenire soltanto quando si sono create delle condizioni di incompatibilità con un certo ambiente geografico, derivanti da comportamenti non colpevoli da parte del magistrato e non colpevoli vuol dire rapporti di parentela, con avvocati o con indagati, o rapporti di amicizia con indagati o con avvocati, insomma con parti in causa, che suggeriscono al magistrato, che pure non ne ha nessuna colpa, di andare a lavorare da un’altra parte. Quando invece ci fossero comportamenti colpevoli, non si può usare il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale, bisogna usare il procedimento disciplinare. Però è più lungo ed è più garantito. Quindi il fatto di usare il trasferimento per incompatibilità ambientale per due magistrati che sono stati accusati di fare addirittura una guerra fra Procure, è assolutamente improprio e probabilmente illegale, come improprio e illegale è tutto quello che è successo in questi giorni, e come altamente intimidatorio si rivela oggettivamente l’intervento del Capo dello Stato che all’improvviso, come un marziano, si sveglia dopo un anno che il CSM sa tutto e si meraviglia per quello che sta avvenendo e che nessuno ha fatto niente per prevenire e addirittura chiede gli atti di un’indagine in corso alla Procura di Salerno e solo dopo a quella di Catanzaro, come se ci fosse qualcosa di male nel fatto dei magistrati di Salerno, trovati gli elementi per contestare dei reati ai magistrati di Catanzaro abbiano proceduto nei loro confronti come avrebbero proceduto nei confronti di qualunque altro cittadino. La Procura di Salerno ha dimostrato che la legge è uguale per tutti, anche per i magistrati, non so che cosa ne pensino il Quirinale e il CSM dell’art. 3 della Costituzione che ormai, anche alla luce della legge Alfano andrebbe abolito, così almeno gli italiani potranno finalmente decidere in qualche regime si trovano e se sia ancora una democrazia, un paese dove si dice sempre che i magistrati non pagano per i loro errori e poi, quando se ne vede qualcuno che rischia di pagare intervengono il Capo dello Stato, il CSM e la politica tutta per salvarlo. Viene persino il dubbio che De Magistris avesse visto giusto. C’è una Magistratura purtroppo sempre più vasta che si fa gli affari suoi e che ha capito l’antifona per cui certi processi e certi personaggi non si devono toccare e non vengono toccati, e poi c’è una pattuglia sempre più sparuta di magistrati obbedienti soltanto alla legge e alla Costituzione che a loro rischio e pericolo continuano a cercarsi rogne, tra virgolette, cioè ad applicare la legge in maniera uguale per tutti. Quindi il problema non è più come una volta, mettere il bavaglio alla Magistratura, si tratta di indurre al silenzio e tagliare le mani a quei pochi magistrati che ancora hanno voglia di occuparsi degli scandali del potere, e quindi tutto ciò deve avvenire, questa volta, non attaccando dall’alto la corporazione togata, ma ottenendo la collaborazione della parte, non so se maggioritaria, ma sicuramente normalizzata della corporazione togata affinché aiuti e insieme alla politica e ai poteri forti metta in riga i propri riottosi. Da questo punto vista con grande dolore, devo dire, ma ho letto la conclusione del fondo di Scalfari di questa mattina, che sposa in pieno la linea della controriforma Castelli-Mastella, tra l’altro ignorando che purtroppo ciò che lui auspica, e cioè la gerarchizzazione delle Procure per dare l’azione penale nelle mani dei capi, che è un vecchio sogno naturalmente della politica, perché è molto più facile controllare venti o trenta capi che non controllare duemila PM, non può essere auspicato perché purtroppo è già stato codificato nella legge sull’ordinamento giudiziario di Castelli che poi con qualche minuscolo ritocco non sostanziale è stata approvata con il concerto di Mastella e con ampia maggioranza trasversale del Parlamento, e quindi già oggi l’azione penale è tornata nelle mani di pochi capi, i quali naturalmente hanno gioco facile nel liberarsi di Pubblici Ministeri scomodi portandogli via le indagini, e da questo punto di vista il caso di Catanzaro è stato un banco di prova, una specie di pista di collaudo per una controriforma che puntava e che è perfettamente riuscita a silenziare i Pubblici Ministeri, tra virgolette riottosi, agli ordini superiori del potere e abbiamo visto che è stato facilissimo portare via tre indagini su tre a un magistrato come De Magistris senza problemi. Dopodiché non capisco come si possa dire che mettendo la responsabilità nelle mani dei capi il problema sarebbe risolto, se è vero che il Consiglio Superiore della Magistratura sta trasferendo due capi, un Procuratore Generale e un Procuratore Capo. Forse perché il Procuratore Capo di Salerno, Apicella, non ha obbedito agli ordini non scritti ma ferrei, se avesse preso i suoi sostituti Nuzzi e Verasani e li avesse mandati a occuparsi di furti di bestiame anziché delle denunce di e contro De Magistris, o avesse rifiutato di avallare la loro indagine, probabilmente a quest’ora nessuno cercherebbe di cacciarlo, e invece questo è un ordine anche ai capi. Cioè, guardate che quando i vostri sostituti si avvicinano a certi santuari, o fate come hanno fatto a Catanzaro che hanno buttato fuori De Magistris, oppure vi buttiamo fuori a voi. Marco Travaglio Condividi