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La ThyssenKrupp di Torino non smentisce né conferma l'esistenza di un dossier segreto sulla situazione dello stabilimento di Torino, che sarebbe stato sequestrato dalla magistratura ad alcuni dirigenti dell'acciaieria. Un silenzio che costituisce a nostro parere un’ammissione di colpa. Ascoltati nuovamente oggi dalla commissione monocamerale d'inchiesta sulle morti sul lavoro, i dirigenti dell'azienda torinese hanno risposto a diverse contestazioni venute dai commissari. In particolare, Arturo Ferrucci, responsabile del personale dello stabilimento di Torino, ha comunque assicurato che non ci sarà alcun intervento né verranno adottati provvedimenti da parte dell'azienda nei riguardi degli operai che parlano dell'incidente con i mass media e in particolare in tv. Questi provvedimenti non sono mai stati presi, ha detto Ferrucci, né si prenderanno in futuro. Il dirigente ha detto però di non poter né smentire né confermare l'esistenza del dossier segreto. Nella corso dell'audizione, che era il seguito di un incontro già iniziato prima delle vacanze natalizie, la Tyhssen ha spiegato il perché di un aumento della polizza assicurativa dal 2006 al 2007 e dell'aumento delle franchigia da 30 a 100 milioni che sarebbe stato legato al proporzionale aumento di rischi per la sicurezza all'interno dello stabilimento di Torino. Queste contestazioni sono state subito respinte dai rappresentanti dell'azienda ascoltati in Senato, secondo i quali gli standard di sicurezza non sarebbero calati ma sarebbero al contrario aumentati negli ultimi anni. Sulla questione della crescita del premio assicurativo, il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri ha detto di non poter dare delle delucidazioni perché la questione è puramente amministrativa e a lui ignota. Tuttavia, ha cercato di fornire una possibile interpretazione spiegando che l'aumento potrebbe essere legato agli incidenti avvenuti non a Torino ma in Germania. Chi non ha invece alcuna remora ad esprimersi riguardo al dossier in questione è il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo il quale “Il documento della Thyssen Krupp sulla tragedia di Torino, circolato nei giorni scorsi, contiene parole e considerazioni agghiaccianti”. “Mi chiedo – ha aggiunto - se il documento sarebbe stato lo stesso, se si sarebbero usati gli stessi toni, gli stessi argomenti, le stesse parole, se l'incidente fosse avvenuto in Germania: credo di no”. Queste considerazioni sono contenute in un passaggio della relazione di Epifani al direttivo della confederazione. “ThyssenKrupp, con la quale abbiamo un contenzioso aperto - ha affermato - non è una piccola azienda di secondo piano. E c'è da chiedersi se Confindustria, che continua ad affermare la propria volontà di lavorare con il sindacato per la sicurezza sui luoghi di lavoro, intenda dire e fare qualcosa nei confronti dell'azienda che è rappresentata dall'associazione degli industriali”. Questa ennesima tragedia, “che segnala ancora una volta le responsabilità gravissime delle imprese nel mancato controllo della sicurezza, ci conferma la necessità che si rafforzi una riflessione al nostro interno - ha concluso - La presenza nei luoghi di lavoro, la contrattazione aziendale, il sostegno ai delegati, la formazione sono elementi fondamentali del nostro ruolo, da riprendere e intensificare e questo sarà tema centrale della nostra conferenza di organizzazione”. Intanto si è saputo da Torino che nel quadro delle indagini avviate sulla Thyssenkrupp, la procura del capoluogo piemontese disporrà una consulenza tecnica per esaminare alcuni computer sequestrati nei giorni scorsi durante una perquisizione della Guardia di Finanza. L'obiettivo dei magistrati è sempre quello di accertare se i vertici della multinazionale abbiamo trascurato le misure di sicurezza nello stabilimento torinese, dove il 6 dicembre si sviluppò l’incendio costato la vita a sette operai. L'indagine è aperta per disastro e omicidio colposo. Condividi