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“No, nessun cadavere politico come trofeo della mia vittoria al Congresso regionale. Non cerco rivincite, nè intendo consumare vendette. Io mi sono schierato con Ferrero, altri – pochi- con Vendola; ma questo non significa che la diversità vada vissuta con rancore, anzi, dico che si riparte per affermare anche in Umbria le molte ragioni di Rifondazione comunista”. Stefano Vinti, confermato in modo netto alla guida del partito umbro, manifesta lo slancio di chi è convinto di potersi sedere senza timori al tavolo delle imminenti verifiche per le possibili coalizioni elettorali. E’ ampio il mandato che i congressisti gli hanno attribuito. E lui si accinge a misurarsi con gli interlocutori ponendo i paletti...di parte: “ Lo chiarirò innanzitutto al Pd: Alla segretaria Maria Pia Bruscolotti e agli altri dirigenti pdiini che non saremo della partita se si penserà ad una coalizione di stanca ordinarietà Niente da fare se non ci troveremo d’accordo su programmi rivoluzionari rispetto al recente passato. Ci vogliono idee molto più chiare ed avanzate. Si, insomma, prima dei nomi dei candidati, serve il varo di una nuova legge regionale. Non si vince, nemmeno da queste parti, se non si dimostra di lavorare, tutti insieme, per l’avanzamento sociale della nostra gente”. Qualche tema per voi irrinunciabile? Diversi quali, risorse per la ricerca e per lo sviluppo tecnologico, bilanci orientati a contrastare il caro-vita e la crisi produttiva. E comunque basta con la prevalenza delle tre ‘C’, cavatori, cementieri e costruttori. Chi contrastasse queste indicazioni non sarebbe idoneo a stare in cordata con noi. In qualche caso i vostri messaggi sembrano già spuntati: Da tempo si parla di candidature quasi definite... Se valgono le autocandidature io ne trovo 15 al giorno. Il fatto è che i candidati devono essere l’espressione dei partiti, non della pretesa di questo o quello. La disponibilità alle convergenze di centrosinistra pare dissonante rispetto alle indicazioni che Ferrero vi ha dato a Chianciano. Noi non siamo sergenti di fureria che applicano le disposizioni. Nei territori le situazioni hanno specifiche particolarità. La politica umbra ha una propria storia che sarebbe bene rilanciare a patto che non si scivoli verso il conservatorismo liberista. Altri messaggini minori? Allargo certi concetti: noi non ci saremo se si vorranno privatizzare i servizi sociali, se si volessero connettere le Istituzioni con poteri esterni, se le acque non venissero ripubblicizzate, se le mense scolastiche nelle scuole dell’infanzia fossero in mano a chi specula, se i trasporti non venissero razionalizzati, in modo da consentire – con una holding regionale- la riduzione degli oneri tariffari. Questa faccenda della holding regionale è come la novella dello stento: dura tanto tempo e non finisce mai... Appunto, ed ora dunque bisogna finirla con chiacchiere ed urge transitare ai fatti. Altri punti irrinunciabili per il vostro reingresso nel futuro centrosinistra umbro? La questione complessiva ha anche implicazioni morali: è il momento di mettere gli occhi e, dove serve, la mano, sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto della vita regionale. Regionale in che senso? Direi con la ‘r’ minuscola, ma non escludo che ci possa imbattere in qualche ente pubblico. L’affermazione è piuttosto grave. Basta leggere gli atti della Commissione parlamentare per trovare riferimenti malavitosi con l’Umbria. Cito esempi generali: troppi immobili vengono acquistati con denaro liquido, denaro che evidentemente viene lavato nel perugino e nel ternano. Noi pretendiamo una commissione di inchiesta consiliare che tenti di far luce su innesti senza dubbio equivoci. Condividi