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Ormai è evidente come gli effetti peggiori della grande crisi che si sta abbattendo sull’economia globale ricadranno sulle spalle dei lavoratori e delle persone che versano già in condizioni critiche. La stessa crisi che è stata prodotta da quei meccanismi finanziari che abbiamo criticato, inascoltati, in tutti questi anni e che abbiamo cercato di limitare con le proposte sulla tassazione alle rendite con la risposta contraria di tutto l’arco costituzionale. Ora assistiamo, increduli, a dichiarazioni del Governo che condannano l’economia fittizia e che predicano il ritorno all’economia reale. Poiché, è evidente, che la dottrina del moderno neoliberismo s’è fatta, oggi, più flessibile e accetta l’intervento dello stato se si tratta di socializzare le perdite di banche e grandi compagnie ridotte sul lastrico da manager incapaci ma plurimilionari, mentre esige la privatizzazione dei comparti che hanno guadagni i sicuri. E’ opportuno ricordare che questo Governo ha già annullato, a colpi di Decreti Legislativi e voti di fiducia, gran parte della legislazione e dei provvedimenti dalla precedente legislatura in tema di lavoro precario e contrasto all'utilizzo improprio della flessibilità, compresi quelli contenuti nel Protocollo firmato da Cgil, Cisl e Uil, mentre facendo l’elemosina a poche persone (tra l’altro necessaria), trova importanti risorse per salvare le banche. Anche nella nostra regione la situazione è molto preoccupante e, nonostante Il necessario patto anti-crisi siglato dalla Giunta regionale, sembra poter addirittura peggiorare: 5 mila cassintegrati e molte richieste in corso solo nella provincia di Perugia con dati preoccupanti per il 2009. La vertenza della A. Merloni è la più rilevante giacché coinvolge un numero di addetti significativo ed è un pezzo di quella meccanica di confine che si è sviluppata tra il territorio umbro e quello marchigiano che ha costituito lo sviluppo degli ultimi due decenni. Anche la situazione della Mignini è preoccupante con la possibilità di un esubero di 60 lavoratori che devono essere aiutati e tutelati . Nell’alta valle del Tevere la situazione è esplosiva e ogni giorno si aggiungono nuove situazioni di crisi effettive e potenziali. Anche l’accordo europeo che il ministro Zaia ha rivendicato, se contiene buone notizie per gli amici “Nordisti”, crea una situazione disastrosa per il comparto del tabacco umbro. Gli incidenti sul lavoro che non accennano a diminuire, come nel caso dell’azienda metalmeccanica Bartolini di Spello, non stanno facendo cambiare rotta alle dirigenze e alla Confindustria che continuano a rifiutare la responsabilità di questi gravi episodi come testimoniano le posizioni scandalose dell’Umbra Olii e le reazioni scomposte alla sacrosanta sentenza del tribunale di Torino sulla Tyssen Krupp. Al contrario Rifondazione Comunista pensa che l’attenzione che si deve porre su questo argomento debba intensificarsi visto che la condizione di precarietà e di bisogno dei lavoratori crescerà di pari passo con le difficoltà economiche che deriveranno dalla crisi in atto Così come pensiamo che sia sbagliata la tendenza della Confindustria di voler depenalizzare il testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che costituisce un punto avanzato per quanto riguarda il contrasto alle morti bianche sui luoghi di lavoro. Noi pensiamo che occorra intervenire sui profitti fatti in questi anni grazie ai lavoratori, pretendere che le ingenti somme della spesa pubblica destinate alle spese militari, alle scuole private, alla sanità privata, ai finanziamenti a fondo perduto per industrie che non hanno fatto né innovazione né ricerca, vengano spostati su quelle che sono le reali necessità del paese: una decisa azione di redistribuzione del reddito con l'immediato aumento di pensioni e stipendi, l'estensione della cassa integrazione a tutti i lavoratori di aziende in difficoltà e almeno 1.000 euro da dare subito ad ogni famiglia italiana. Lo sciopero generale del 12 Dicembre indetto dalla Cgil e dai sindacati di base, deve rappresentare per noi e per l'intera sinistra il modo per far vivere nel dibattito pubblico e a livello di massa una proposta radicalmente alternativa alle attuali politiche, per costruire una uscita da sinistra alla crisi di un intero modello di sviluppo. Federico Santi Segreteria Provinciale Prc Perugia Responsabile Area Lavoro, Industria,Trasporti Condividi