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Il sequestro dell’inceneritore dell’Asm di Terni dovrebbe avere vita breve: solo pochi giorni, il tempo necessario per effettuare il prelievo di alcuni campioni da analizzare nell’ambito delle indagini in corso. Lo ha assicurato il procuratore di Terni, Fausto Cardella, che astenendosi dal commentare l’indagine in corso, ha sottolineato che le motivazioni del sequestro “sono nel provvedimento con il quale è stato preso”. Gli accertamento sono svolti dal corpo forestale dello Stato coordinato dal pubblico ministero Elisabetta Massini ed è stato anche spiegato che la decisione del sequestro è stata resa necessaria dal timore che i lavori di manutenzione in corso nell’impianto potessero in qualche modo alterare alcuni aspetti di merito sui quali sono in corso le verifiche. Prelievi – si spiega anche - che potevano essere eseguiti solo ad attività ferma. Si tratterebbe, in sostanza, di un sequestro probatorio finalizzato esclusivamente al prelievo dei campioni in questione, quindi non dettato da nuovi sviluppi delle indagini rispetto a quanto era già noto. Una spiegazione che, anche se ridimensiona in un certo senso la portata del provvedimento dal punto di vista giuridico, non cancella comunque i tanti interrogativi che sono stati formulati riguardo ad alcuni aspetti apparentemente poco congruenti con la versione fornita dal procuratore Cardella: come si inseriscono, in questo nuovo scenario, le comunicazioni di garanzia notificate al Sindaco, al Presidente dell’Asm e ad altri amministratori e tecnici dell’azienda? Per effettuare i nuovi prelievi si doveva fermare l’impianto? Ma questo non era già fermo per manutenzione dallo scorso dicembre? E perché sequestrare anche l’impianto di selezione e trasferenza, rendendo impossibile il trasporto ad Orvieto dei rifiuti solidi urbani provenienti dalla raccolta? Condividi