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Dal 10 al 14 dicembre a Perugia torna Batik, atipico festival di cinema arrivato alla dodicesima edizione. Manifestazione indipendente e per certi versi elitaria, Batik insiste, a dispetto delle continue difficoltà (soprattutto economiche) che minano la sua esistenza, a rappresentare il cinema non visto, a riscoprire quello frettolosamente accantonato, a proporre una diversa idea di spettacolo. Nonostante tutto il festival curato da Alessandro Riccini Ricci è cresciuto e la sua visibilità nazionale, anche per questo volersi porre fuori dalla mischia del commerciale, è aumentata. Per il prossimo anno si lavora ad una collaborazione con Umbria Jazz a luglio, per una sezione del festival tra musica e cinema. L'edizione di quest'anno, la dodicesima, reca come sottotitolo e nello stesso tempo biglietto da visita, ''inventario e bestiario dell'immaginario della nuova Babilonia'', per sottolineare la con-fusione di messaggi e linguaggi. Vi risulta centrale un ''primo piano'' sull'intreccio cinema-teatro realizzato dall'esperienza dei Teatri Uniti, visti come una sorta di ''bottega creativa'' che ha permesso ad attori come Toni Servillo (''Il divo'' e ''Gomorra''), Licia Maglietta, Andrea Renzi, Anna Bonaiuto di esprimersi al meglio delle loro notevoli possibilita'. Saranno tutti presenti agli incontri di Batik. Ancora su teatro e cinema verte la sezione dedicata ad Antonio Rezza e Flavia Rastrella, colti nei loro lavori di oggi e ripercorrendo le opere del passato, secondo Batik, ''mai così vicino e minaccioso''. Tra gli incontri più attesi, quelli con Philippe Garrel, che presenterà al pubblico ''La frontiere de l'aube'',film in concorso a Cannes, e con suo figlio Louis, che porterà ''Mes Copains'', la sua prima opera da regista. Un altro spot sarà acceso su Valeria Bruni Tedeschi e ''Actrices'', il suo ultimo lavoro da regista. Uno spazio sempre curato da Batik conduce alle filmografie ''altre'', in genere extraeuropee ed alla difficile convivenza anche con le culture di origine. Ci saranno il georgiano (parigino di adozione) Iosseliani, l'iraniano Naderi (oggi newyorkese), l'israeliano Mograbi: in comune hanno il risultare poco in linea con l'establishment dei loro paesi. La parte principale del programma si completa con una retrospettiva dei film più stravaganti di Marco Ferreri: in cartellone opere mai o poco viste, e tra queste la copia originale francese di ''Non toccare la donna bianca''. Infine, omaggio ai videogames, un documentario inedito sul pittore futurista Dottori, ed un interessante concerto del clarinettista jazz Gabriele Mirabassi e Marco Pereira, un chitarrista brasiliano doc che ha lavorato con Jobim e Gilberto Gil. Condividi